Trieste raddoppia la potenza con la rete elettrica del futuro

L’elettrificazione delle banchine renderà possibile alimentare navi da crociera e piattaforma logistica. Giovedì 30 il forum sulla transizione energetica

Piercarlo Fiumanò
Due navi da crociera ormeggiate ai moli della Stazione Marittima di Trieste (Lasorte)
Due navi da crociera ormeggiate ai moli della Stazione Marittima di Trieste (Lasorte)

Trieste cambia passo nella transizione energetica. A Nord Est sta prendendo forma uno dei progetti più avanzati per la realizzazione delle Smart Grid, reti elettriche intelligenti in grado di affrontare le nuove sfide legate al climate change, elettrificazione dei consumi e sviluppo del porto.

A Trieste un forum per comprendere le sfide della transizione energetica

Un’infrastruttura digitale che, nel giro di un anno, permetterà alla città di raddoppiare la propria capacità elettrica per reggere l’urto di una domanda in crescita esponenziale per l’effetto combinato delle grandi navi da crociera e dell’espansione della logistica portuale.

Rete elettrica intelligente

La regia e gestione del progetto è di AcegasApsAmga, la multiutility del gruppo Hera attiva a Trieste, Udine e Padova che gestisce i servizi energetici, idrici e ambientali. Al centro, un investimento complessivo da 28 milioni di euro, finanziato in gran parte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

«Trieste sarà l’unica città italiana che, da giugno 2026, raddoppierà la potenza elettrica disponibile a circa 350 megawatt», spiega l’amministratore delegato Carlo Andriolo. «In questo modo riusciremo ad assorbire un aumento del 50% della domanda, spinto in particolare dall’elettrificazione delle banchine portuali e dallo sviluppo della Piattaforma Logistica».

La rete elettrica attuale, progettata per un contesto ormai superato, deve oggi affrontare uno scenario molto più complesso: consumi variabili, picchi improvvisi, rischio black-out.

Big data

Le Smart Grid sono la risposta a una necessaria modernizzazione della rete: un infrastruttura digitale che, grazie a intelligenza artificiale, sensori e automazione, sarà in grado di monitorare, gestire e ottimizzare in tempo reale la distribuzione dell’energia, contenendo costi e riducendo l’impatto ambientale.

Il cuore del progetto è un algoritmo alimentato da una rete capillare di sensori. Sarà in grado di incrociare in tempo reale domanda e offerta, anticipare eventuali sovraccarichi e gestire i flussi con la massima efficienza. «L’energia elettrica, a differenza dell’acqua, non può essere accumulata facilmente e deve fluire in modo costante e bilanciato. Per questo è essenziale intervenire sulle stazioni di passaggio, potenziandole e digitalizzandole», sottolinea Andriolo. «Solo così possiamo garantire continuità e sicurezza del servizio».

Il progetto Smart Grid 1, che assorbe 20 milioni del totale investito (di cui 18 provenienti da fondi Pnrr), sarà completato entro metà 2026. Interesserà in particolare le aree di connessione tra la rete cittadina e il porto. In parallelo partirà anche Smart Grid 2 a Gorizia, con un investimento di altri 8 milioni dedicato alla digitalizzazione delle reti a bassa tensione.

Cold Ironing

Un capitolo centrale del piano riguarda il cold ironing, la tecnologia che consentirà in particolare alle grandi navi da crociera, una presenza ormai stabile sulla skyline della città, di spegnere i motori ausiliari e collegarsi direttamente alla rete elettrica di terra.

Una misura che punta a ridurre drasticamente le emissioni di CO₂, ossidi di azoto, polveri sottili e rumore. «Per una città portuale, il collegamento elettrico delle navi è essenziale. Migliora la qualità dell’aria sia nelle aree operative sia nei quartieri vicini, riducendo anche l’inquinamento acustico», sottolinea Andriolo.

L’elettrificazione delle banchine del porto sta accelerando grazie ad un investimento da 60 milioni di euro dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, destinato a rendere Trieste uno degli scali più sostenibili del Mediterraneo.

A basso impatto

Tornando alla Smart Grid, dal punto di vista tecnico, la nuova rete sarà dotata di interruttori elettronici telecontrollati, trasformatori ecologici e sistemi avanzati di automazione. Tutti gli interventi rispettano i criteri del principio europeo “Do No Significant Harm”, che impone soluzioni a basso impatto ambientale.

Un progetto che ha coinvolto anche l’Università di Trieste e Politecnico di Milano, con l’obiettivo di testare tecnologie replicabili su scala nazionale. La trasformazione digitale serve anche a rafforzare la resilienza della rete contro eventi climatici estremi: fenomeni meteorologici intensi, tempeste improvvise o blackout che stanno diventando sempre più frequenti anche in una città come Trieste. Negli ultimi anni, il cambiamento climatico è diventato un fattore determinante nella ridefinizione della domanda energetica globale.

Un sistema resiliente

L’innalzamento delle temperature medie, l’intensificarsi delle ondate di calore e l’alterazione dei cicli stagionali stanno modificando profondamente i consumi di elettricità, soprattutto in ambito residenziale e urbano: «In questo contesto -spiega Andriolo- la capacità di raccogliere e analizzare dati in tempo reale rappresenta il vero fattore abilitante. Il sistema elaborerà un flusso continuo di big data per prevedere guasti, evitare congestioni, pianificare meglio i carichi e garantire continuità del servizio anche in condizioni critiche».

Ma al centro della rivoluzione elettrica ci sono anche cittadini e imprese. L’obiettivo dichiarato è costruire una rete capace di rispondere a richieste eterogenee: dalla nave cargo alla bicicletta elettrica, dal climatizzatore domestico all’impianto fotovoltaico industriale.

Un modello per l’Europa

«Per farlo – aggiunge Andriolo – è indispensabile aumentare la capacità fisica della rete dove serve davvero, grazie a digitalizzazione e algoritmi intelligenti».

Il Pnrr finanzia la digitalizzazione di decine di cabine secondarie, nuove connessioni a media tensione e potenziamenti infrastrutturali mirati: «Trieste, in questo scenario, si propone come modello di riferimento per il sistema energetico nazionale ed europeo. Una città dove la rete non è più solo un’infrastruttura tecnica, ma un ecosistema connesso, in grado di sostenere lo sviluppo locale e la transizione verso un’economia a zero emissioni. In sintesi – conclude Andriolo – «le Smart Grid non solo migliorano la qualità e la resilienza della rete, ma diventano leva per lo sviluppo sostenibile del territorio, aumentano la competitività del porto, supportano le imprese locali e promuovono un uso dell’energia più consapevole e distribuito».

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