Società consortile per il Porto vecchio di Trieste, conto alla rovescia per il debutto ufficiale

Definita la road map dell’operazione: 8 settembre ultimo giorno per le osservazioni, entro il 10 ottobre l’ok allo statuto
Lasorte Trieste 16/06/20 - Porto Vecchio, Magazzini Greensesam
Lasorte Trieste 16/06/20 - Porto Vecchio, Magazzini Greensesam

TRIESTE La data è di quelle difficili da scordare: 8 settembre. La storia nazionale ne sa qualcosa, la storia portuale triestina potrebbe annoverarla tra quelle di buon auspicio: dipende. A quel martedì settembrino scadranno i sessanta giorni per presentare osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (Vas) premessa alla Variante n. 6 al Piano regolatore, variante che riguarda in modo specifico il Porto vecchio.

Scattato il termine, entro 30 giorni - saremo quindi attorno al 10 ottobre - il Consiglio comunale dovrà ratificare o meno l’adesione del sindaco Roberto Dipiazza all’accordo di programma firmato insieme al governatore della Regione Fvg Massimiliano Fedriga e al presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. La decisione consiliare avverrà senza discussione in aula. Dobbiamo a Giulio Bernetti, direttore dell’Urbanistica comunale, l’aggiornamento del cronoprogramma.

Dal 10 ottobre, giorno più giorno meno, non ci saranno più alibi procedurali: la società consortile Comune-Autorità-Regione andrà costituita e lo statuto andrà approvato. Uno statuto dove pare ci siano ancora puntini di sospensione, come quelli in relazione al numero di amministratori chiamati a far parte del board, che comunque non potranno essere meno di tre. Andranno precisati quanti edifici resteranno nella pubblica disponibilità (per esempio Magazzino 26, Centrale idrodinamica, ex segreteria dell’Ap) e quanti potranno essere alienati.

Le quote azionarie sono note da tempi immemorabili: 52% al Comune, 24% Regione, 24% Autorità. Lo schema ricorda quello adottato per il cosiddetto Coselag, il misterioso consorzio che ha preso il posto dell’ex Ezit, con la differenza che in via Caboto l’Autorità detiene il 52%, i Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo il 16% cadauno.

La Variante n. 6 è lo strumento urbanistico attraverso cui governare le scelte di Porto vecchio. La pianificazione comunale distingue quattro “sistemi”, che articolano le destinazioni: il “sistema dei moli”, che resta appannaggio dell’Autorità come gerente della linea di costa; il “sistema misto”, che coinvolgerà nell’applicazione residenziale-commerciale-turistico la zona tra il cosiddetto villaggio Greensisam e il polo museale; il “sistema museale-scientifico-congressuale” che comprende Magazzino 26, Centrale idrodinamica, centro congressi Tcc; il “sistema ludico-sportivo” che si estende dietro il Tcc lungo il terrapieno Barcola-Bovedo. Per dare un’ulteriore idea del contesto topografico, diremo che la futura piscina terapeutica nell’edificio 133 ex Ford è al confine tra il congressuale e il ludico.

Il compito precipuo della futura società consortile di Porto vecchio è quello di valorizzare e promuovere gli stabili vendibili. In modo assai schematico, si può riassumere che la società organizzerà le aste con cui alcune decine di edifici andranno sul mercato.

Attenzione, importante: se giungeranno proposte di acquisto autonome, esse saranno prese in considerazione e saranno bandite gare “ad hoc”.

Secondo Bernetti, Porto vecchio “rebus sic stantibus” presenta quattro nodi: l’accesso sud dal centro (parcheggio Ttp e villaggio Greensisam), lo strumento urbanistico (che dovrebbe risolversi adesso con la variante), i costi di infrastrutturazione (acqua, luce, gas, fogne per decine di milioni), i costi di ristrutturazione dei magazzini vincolati.

La Bei (Banca europea per gli investimenti) ha fatto capire che prestiti allo 0,6% sono a condizioni molto buone: ma il Comune - dicono in ragioneria - ha già un elevato grado di indebitamento. —


 

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