Solo 21 chiese al mondo possono scegliere il loro pastore

GRADO. Il giuspatronato a Grado risale al periodo immediatamente successivo alla soppressione del Patriarcato locale, a seguito della si assistette al trasferimento a Venezia. Ecco, per esempio,...

GRADO. Il giuspatronato a Grado risale al periodo immediatamente successivo alla soppressione del Patriarcato locale, a seguito della si assistette al trasferimento a Venezia. Ecco, per esempio, perché a Venezia il Cardinale si chiama Patriarca. Anche questo può considerarsi un antico privilegio. Allora perché non abolirlo? Nel mondo ci dovrebbero essere solo 21 (fra località e chiese) entità che godono del privilegio di potersi scegliere il proprio parroco. Solo nella penisola sorrentina le chiese che godono di questo antico privilegio sono 7 : Sorrento (Santa Maria di Casarlano), Sant’Agnello (Santa Maria delle Grazie a Trasaella e Santi Prisco ed Agnello), Piano di Sorrento (la chiesa di Santa Maria a Mortora, la chiesa della SS. Trinità a Trinità e la Basilica di San Michele Arcangelo) e Meta (Santa Maria del Lauro), dove proprio lo scorso anno, anche con la raccolta di firme inviate al Papa, c’è stata battaglia per il cambio di parroco. Al momento, come misura temporanea, ma potrebbe essere a lungo tempo, è stato nominato un amministratore parrocchiale. Insomma una battaglia analoga a quella che pare si stia ora scatenando a Grado.

Ma di antichi privilegi ce ne sono anche di altro genere, tuttora regolarmente applicati. Restando in zone vicine parliamo ad esempio di Latisana, dove il parroco ha il titolo di abate e può portare la mitria. Peraltro l’"abate mitrato", che può impiegare non solo la mitria ma anche il pastorale, è tuttora in vigore anche in quelle località venete che portano lo stemma abaziale ovvero Cittadella, Piove di Sacco, Este e Monselice. Spostandoci all’estero c’è un aspetto curioso che interessa anche la Spagna. Il re ha il privilegio di nomina dei vescovi spagnoli. A suo tempo la Santa sede ha fatto unicamente un invito ad astenersi dalle nomine (un invito al quale, per sua scelta, il re si è adeguato), ma il privilegio esiste ancora e il re potrebbe tutt’oggi fare lui le nomine. (an.bo.)

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