Sorpresi bracconieri nella riserva di Sagrado

Indagini della Forestale su due sospetti. La caccia di frodo è finalizzata a immettere la carne di cinghiale nel mercato nero

SAGRADO. Torna l'allarme bracconaggio. Durante un'operazione per il controllo e la repressione dell'attività di bracconaggio, svolta dal Corpo forestale regionale di Gorizia sul territorio della Riserva di caccia di Sagrado, due uomini sono stati fermati e controllati.

Si apprende, si tratterebbe di un socio della stessa riserva sagradina e del socio e direttore di un'altra riserva di caccia della provincia di Gorizia. Persone note agli organi di vigilanza venatoria. Da un primo controllo ai documenti di caccia, è seguito nei confronti dei due uomini un secondo controllo sul terreno circostante il luogo in cui era parcheggiata l'autovettura del socio della riserva sagradina. Da tale verifica spuntava, nascosto fra le foglie, un fucile lasciato incustodito e pronto a sparare con le cartucce inserite in canna, poi recuperato e posto sotto sequestro. Seguendo i numeri di matricola del fucile, il personale della Forestale è risalito al nome del proprietario, che è risultato essere il socio della riserva sagradina. Il sospetto degli agenti è che il fucile fosse stato in uso al secondo uomo, direttore di un'altra riserva di caccia del territorio provinciale. Sarà l'esame delle impronte digitali a stabilire il reale utilizzatore. Quel che è certo è che quella di nascondere il fucile fra i cespugli, per sfuggire ai controlli degli organi di vigilanza venatoria, pare essere una tecnica purtroppo piuttosto diffusa. Altra usanza poco edificante, per usare un eufemismo, è quella di abbattere caprioli e cinghiali fuori dalla propria zona consentita o dalla propria riserva di appartenenza, per poi farli recuperare in un secondo momento – lontano da occhi indiscreti – in modo da rivendere poi la carne a persone inconsapevoli dell'atto di bracconaggio o peggio ancora al mercato nero.

Grazie a queste prassi l'abbattimento avvenuto ad opera di persone non autorizzate a cacciare in quell'area non risulta infatti in alcun referto ufficiale. Sono in atto ulteriori indagini volte a scoprire altre eventuali persone coinvolte in queste pratiche.

«Esprimiamo sconcerto e indignazione per certi comportamenti poco corretti che con l'attività venatoria regolare e il rispetto delle regole hanno poco a che fare», commenta a riguardo il direttore della riserva sagradina, Lucio Puntin.

Attualmente nella riserva di caccia di Sagrado sono censiti una trentina di cinghiali e una ventina di caprioli. Un paio di settimane fa nella vicina Gradisca gli assessori regionali alla Caccia Paolo Panontin e all'Ambiente Sara Vito avevano incontrato i responsabili dei distretti venatori e i rappresentanti dei cacciatori. «Il Piano faunistico venatorio del Fvg è uno strumento atteso da tempo e consentirà una corretta gestione del patrimonio naturale della nostra regione» avevano affermato i due esponenti della giunta Serracchiani. Si è trattato del primo di una serie di incontri con il mondo venatorio che avranno l'obiettivo di consentire alla Regione di raccogliere valutazioni, osservazioni, eventuali proposte migliorative, per far sì che quella che, al momento, è una proposta di Piano diventi lo strumento cardine del settore. Come ha sostenuto Panontin «toccherà ai rappresentanti del mondo venatorio essere protagonisti di questo strumento che è essenziale per la gestione della fauna selvatica e del territorio». Panontin ha quindi anticipato alcuni dettagli della proposta di Piano, soffermandosi in particolare sulle problematiche arrecate dalla diffusione dei cinghiali, animali che, in particolare nell'Isontino, hanno creato problemi alle colture. L'assessore regionale all'Ambiente Sara Vito ha quindi rilevato che il Piano concorrerà alla corretta gestione dell'ambiente e alla fruizione ottimale del territorio.

Luigi Murciano

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