Sotto le volte del Municipio una targa per ricordare l’orrore delle leggi razziali

Cerimonia alla presenza  del sindaco e dei vertici  della Comunità ebraica  Il rabbino Meloni: «La città non smetta di riflettere»
Lasorte Trieste 19/10/18 - Municipio, Scoprimento Targa 80 Anni Leggi Razziali,
Lasorte Trieste 19/10/18 - Municipio, Scoprimento Targa 80 Anni Leggi Razziali,



Una targa commemorativa, voluta per far conoscere a tutti l'orrore delle leggi razziali promulgate proprio da Trieste, da piazza dell'Unita, 80 anni fa, è sistemata da ieri nel porticato sotto al Municipio. «Che questa targa sia in ricordo di tutti coloro che a causa delle leggi razziali hanno sofferto e hanno perso la vita. Il loro ricordo sia di benedizione», ha affermato Bruna Levi Schreiber nel momento in cui la lapide è stata scoperta, spiegando il significato dell'iniziativa: rendere indelebile, incastonato nelle pareti del Municipio, il dovere di ognuno di non dimenticare.

«Ricorda quello che fece Amalek quando eri in cammino», recita l'epigrafe frutto di una decisione presa insieme da Comune, Comunità ebraica e Unione delle Comunità ebraiche italiane «Una traccia lasciata ai posteri - ha spiegato il presidente delle Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonichio - che mi auguro funga da monito affinché quegli orrori non si ripetano. Spero che chi passa di qua dedichi pochi secondi ad una riflessione. Speriamo di non vedere più questa piazza riempita da migliaia di persone per eventi dalle conseguenze così tragiche».

Nel ricordare anche la cerimonia dello scorso 21 settembre nella sala del Consiglio comunale, il sindaco ha sottolineato come si sia trattato di «un percorso complicato». «Molte persone, alcune non polemiche sotterranee, - ha dichiarato - hanno cercato di non farci arrivare a questo momento, ma ci siamo riusciti». E rivolgendosi alla Comunità ebraica ha ribadito le sue scuse per quelle leggi razziali e per il dolore che in troppi hanno subito. «Se siamo uniti riusciamo a raggiungere una pacificazione», ha rimarcato.

«La sistemazione di questa lapide - ha constatato il rabbino capo, Alexandre Melonì - significa che stiamo riuscendo nel lavoro richiestoci da una comunità, da una città, ovvero quello di far riflettere. Il razzismo e l'intolleranza riaffiorano in modo molto forte a Trieste come nel resto d'Italia, ed è importante ricordare momenti come quello accaduto in questa piazza, 80 anni fa, perché la tentazione di chiuderci in noi stessi, in una società solo italiana, solo nostra, solo triestina, non è un arricchimento ma un impoverimento della nostra cultura».

Il rabbino ha poi specificato che “Ama lo straniero” è scritto più di sessanta volte nel testo biblico, “ama il tuo prossimo come te stesso” è scritto invece solo due volte. «Il fatto che sia ribadito più volte quel monito ha un significato - ha concluso -, ricordiamocelo e facciamo in modo di rimanere una comunità aperta». —



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