Spariva durante i turni: vigilessa assenteista smascherata dal Gps

Pedinata e seguita da auto civetta dopo i primi sospetti. Ipotesi “piccanti” sulle uscite private con l’auto di servizio
Bonaventura Monfalcone-27.05.2016 Chiesa di SS. Spirito-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-27.05.2016 Chiesa di SS. Spirito-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI Appostamenti, pedinamenti. Inseguimenti con le auto civetta. Il Gps installato nella vettura di servizio del corpo di Polizia locale di Ronchi dei Legionari, a fornire le coordinate geografiche, latitudine e longitudine, circa gli spostamenti. L’utenza del cellulare permetteva la geolocalizzazione. L’agente scelto Evi Davis era tenuta sotto stretta osservazione dalla Guardia di finanza durante le sue uscite in orario di servizio, utilizzando l’auto del corpo. S’allontanava in divisa «per ragioni personali e senza alcun giustificato motivo», sostiene a processo la pubblica accusa. Ragioni private, dunque. I fatti risalgono al 2015, la vicenda è diventata di dominio pubblico quando il comandante della municipale ronchese Antonio Calligaris aveva inoltrato alla Procura una segnalazione. Allora, era il 2017, a Ronchi s’era sollevato un turbinio di ipotesi, anche “piccanti”, circa quelle “uscite private”. Nel procedimento le ipotesi di accusa sono quelle di truffa aggravata ai danni del Comune, per aver interrotto l’attività durante il turno di lavoro, peculato in virtù dell’utilizzo dell’auto di servizio, nonché falsità ideologica per aver attestato la presenza sui relativi fogli di servizio. Si tratta di 28 ore complessive di assenza tra luglio e novembre 2015, a fronte di 29 circostanze.

Ieri, 8 novembre, al Tribunale di Gorizia, davanti al collegio giudicante presieduto da Marcello Coppari, è stato ascoltato il primo teste, il vicebrigadiere della Guardia di finanza Giuseppe Cocolicchio, che ha condotto le indagini preliminari nei confronti dell’agente scelto. Il difensore, l’avvocato Massimo Bruno, non ha lesinato in obiezioni ed eccezioni, emerse già all’apertura del dibattimento. Il vicebrigadiere, nel rispondere alle domande del pm Valentina Bossi, ha spiegato che la Procura gli aveva delegato le indagini per verificare quanto era stato segnalato nei confronti dell’agente scelto dal comandante Calligaris. Ha parlato degli appostamenti sui luoghi di destinazione del pubblico ufficiale. E dei Gps installati in due auto del Corpo, oltre all’acquisizione dell’utenza cellulare dell’agente scelto.

Una geolocalizzazione insomma, e contemporaneamente il monitoraggio del traffico telefonico sull’utenza della vigilessa, con le celle telefoniche ad agganciare le zone degli spostamenti, incrociando i dati con quelli del Gps. Un confronto tra gli apparati proprio per verificarne la corrispondenza. Oltre ai pedinamenti e agli appostamenti, le Fiamme Gialle seguivano a debita distanza l’agente a bordo delle auto di servizio civili: «Abbiamo usato cautela – ha chiarito il finanziere – trattandosi di un agente scelto e come tale in grado di poter risalire alle nostre vetture se si fosse accorta di essere seguita».

Riproduzione riservata © Il Piccolo