Spazio Amico in aiuto ai più fragili Da dicembre 250 richieste al mese

il focus
Il piccolo e accogliente ufficio è accessibile con facilità, direttamente dalla strada. Qui, in via del Coroneo 4, operatori formati ricevono in modo gratuito chiunque abbia bisogno di risposte a diverse situazioni di disagio. Si chiama Spazio Amico ed è un progetto di innovazione sociale realizzato dalla cooperativa sociale Amico, grazie a un contributo della Regione a favore degli enti del terzo settore, in supporto ai più fragili e ai loro caregiver, ovvero le persone che si prendono cura di chi si trova in difficoltà. E che, per questo, rischiano sempre più spesso di trovarsi sole o di subire conseguenze sulla propria salute date dal carico fisico ed emotivo che portano con sé.
Da dicembre 2020, da quando è attivo, lo Spazio ha ricevuto una media di 250 richieste di aiuto al mese, tra accessi fisici e telefonate. In questo avamposto della cooperativa si possono ottenere informazioni, appuntamenti di prima consulenza, orientamento per la fruizione dei servizi e delle risorse del territorio, ascolto per affrontare momenti complicati. Inoltre, vengono incentivate occasioni di incontro e di auto mutuo aiuto, si organizzano attività socializzanti e riabilitative per anziani, e incontri informativi e formativi per piccoli gruppi. Ma Amico, che è nata come cooperativa di produzione e lavoro nel 1949 e oggi conta 91 soci, si occupa anche di creare un ponte tra la domanda e l’offerta di lavoro. «Lo possiamo fare per tutti i settori merceologici – spiega Emanuela Ragusa, presidente di Amico –. Ma noi, dedicandoci all’assistenza sociosanitaria, ci siamo specializzati sull’incontro tra famiglie e assistenti familiari, colf o babysitter. Allo stesso tempo, ci siamo resi conto che in molti necessitano di una mano anche solo per muoversi sul territorio, ad esempio per prendere i primi contatti con i servizi sociali e con l’Azienda sanitaria».
Come spiega Susanna Calcina, operatrice front office di Spazio Amico, «rassicura molto avere un contatto diretto, in particolare in questo momento in cui le persone, che in genere arrivano da noi grazie al passaparola, hanno bisogno di essere ascoltate e direzionate, con risposte veloci». Tra i progetti sperimentali, Amico porta avanti anche la domiciliarità innovativa (sviluppata nell’ambito del programma della Regione “Abitare inclusivo/domiciliarità innovativa”, in partenariato con Asugi e Comune), grazie all’offerta di appartamenti situati nel centro della città che offrono ad anziani e persone con disabilità la possibilità di condividere, in modo economico, le spese di assistenza e di affitto. «Si tratta di chi, altrimenti, sarebbe destinato alla casa di riposo – puntualizza Teresa Vullo, operatrice di Spazio Amico –. Il clima nelle nostre case è familiare e c’è la libertà di vivere una quotidianità piena. In genere, sono abitate da persone diverse tra di loro, in modo che la difficoltà di uno possa essere compensata dalla possibilità dell’altro». E inoltre, gli ospiti possono partecipare ad attività esterne e uscite organizzate..
Ai piani alti di via del Coroneo 4, un gruppo di giovani operatori è impegnato nel coordinamento dei servizi di Amico. Tra questi, c’è Natalia Carapanja. «Partiamo dai bisogni che emergono – racconta –. Da quelli primari fino ad altre esigenze più complesse, cerchiamo di dare indicazioni per capire cosa si può fare per migliorare la vita dei nostri assistiti. Ogni giorno riceviamo tantissime telefonate. E così assieme a loro possiamo progettare l’intervento». Tra le iniziative più richieste c’è la Banca del Riuso, guidata da Tommaso Protti. «I cittadini possono donare mobili che non utilizzano più, noi andiamo a recuperarli per rimetterli in circolo per chi ne ha necessità. Inoltre, interveniamo anche con piccole manutenzioni per chi non riesce a farlo in economia o da solo, come il cambio di una lampadina, un elettrodomestico rotto, un cassetto che non si chiude».
Matteo Lissandron, infine, cura nello specifico il comparto educativo. «Lavoriamo con la fragilità mentale, con i minori del reparto di neuropsichiatria infantile del Burlo Garofolo, con le tossicodipendenze, concentrandoci sul benessere psichico e sociale». Per informazioni si può chiamare dalle 8.30 alle 20 allo 040-3478751. —
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