Spazzata la tradizione del “battesimo del mare”

Con l’inaugurazione del più grande bacino d’Europa, il 22 luglio del 1968, fu cancellata di fatto una delle più spettacolari tradizioni della navalmeccanica: quella dei vari. A rinnovarla in grande stile 15 anni dopo, nel 1983, fu la discesa in mare dell’incrociatore portaerei “Garibaldi”, unità realizzata per la Marina Militare che rianimò la cantieristica locale in uno dei suoi momenti più bui, preceduta da quelle di alcuni sommergibili. Prima dell’inaugurazione del bacino, era il varo la vera festa della nave, un’operazione capace di suscitare emozioni incomparabili, connubio di perfezione progettuale, fatica degli uomini, spettacolarità e apprensione. Il gigante di ferro, liberato dai colpi di mazza assestati dagli operai dai cunei che lo bloccavano sullo scalo iniziava la discesa lungo lo scivolo verso il mare, prima appena percettibile, poi sempre più veloce, lanciando una sorta di lamento coperto dal suono delle sirene e trascinandosi dietro un enorme grumo di catene, l’unico “freno”, che per l’attrito sollevava un fumo bianco denso. E poi l’onda provocata dall’impatto della poppa col mare, in previsione della quale dovevano essere preventivamente spostate tutte le barche ormeggiate nel bacino di Panzano. La festa, poi, che coinvolgeva un po’ tutta la città: il cantiere si apriva alla città, alle famiglie dei lavoratori.
Con il bacino, dal ’68, tutto cambia. Il varo è declassato a “varo tecnico”: non è la nave a scendere in mare ma è il mare a salire di livello, lentissimamente, nel grande catino fino a raggiungere un’altezza tale da consentire alla nave di uscire. A ricordare il varo è sopravvissuta la tradizione del taglio, da parte della madrina, della funicella che regge la bottiglia destinata a infrangersi sulla fiancata della nave. Da quando il cantiere di Monfalcone ha cominciato a realizzare le più grandi navi passeggeri in circolazione, a inizio anni ’90, la festa importante è diventata quella della consegna - diventata poi presentazione - dell’unità all’armatore. Ma i vecchi vari saranno difficili da schiodare dalla memoria di chi li ha vissuti.(f.m.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo