Spunta un piano B sulle Coop di Panzano

Il Comune propone lo spostamento del sito alla Marcelliana in via Gramsci, purché l’azienda rinunci al primo progetto
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-10.02.2017 Raccolta firme contro e lavori in corso nuova Coop-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-10.02.2017 Raccolta firme contro e lavori in corso nuova Coop-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Colpo di scena nella vicenda della nuove coop in largo della Marcelliana: per scongiurare fino all’ultimo l’edificazione, il Comune si gioca la carta della permuta. In pratica propone ad Alleanza 3.0, che ha ricevuto ieri alle 15.30 negli uffici di via Sant’Ambrogio, uno “scambio” di terreni, indicando un lotto d’ampiezza all’incirca equipollente, nei paraggi densamente abitato (ma non servito da negozi alimentari) e distante in linea d’aria meno di un chilometro dal sito contestato. Tutto per persuadere le cooperative a stoppare il cantiere di Panzano, già oggetto di una petizione popolare da parte dell’associazione di quartiere. Che sta raccogliendo firme tra i residenti per bloccare il progetto. Ma la seconda novità è che Alleanza 3.0, ieri pomeriggio, «non ha escluso questa nuova ipotesi sotto un profilo patrimoniale e urbanistico», anzi secondo quanto riferito dal sindaco Anna Cisint, presente al tavolo col vice Giuseppe Nicoli, si è riservata di analizzare la proposta dal punto di vista commerciale, cioè della redditività, per prendere poi una decisione e comunicarla entro qualche giorno all’ente locale. Insomma, non una porta in faccia, bensì uno spiraglio mantenuto aperto dalla delegazione coop, composta da Stefano Minin, direttore del marketing sociale di Alleanza 3.0, Massimo Pinotti, responsabile Divisione costruzioni, e Marco Righetti, gestione Patrimonio.

Il Comune, come sottolineato da Cisint, è partito dalla considerazione che l’«azienda possiede un diritto soggettivo sull’area, un contratto regolare di acquisizione del lotto e ha presentato un progetto in linea con le prescrizioni del Piano regolatore». Pertanto «non è colpa sua se le precedenti amministrazioni hanno mantenuto la destinazione d’uso H2, cioè direzionale-commerciale, per quel triangolo di terreno che noi vorremmo invece fosse mantenuto verde, con un parco». E siccome nessuno fa beneficienza il ragionamento dell’amministrazione, che non è partita sul piede di guerra, bensì ha invocato ragionevolezza, è stato quello di suggerire un’«azione intelligente», vale a dire «una permuta tra il terreno di Panzano e un lotto adiacente all’asilo Scarabocchio di via Gramsci, con viabilità di innesto su via Grado». Un terreno, come chiarito dal vice Nicoli, attualmente classificato S5C di circa 3mila metri quadrati (quello di largo della Marcelliana si estende su 2.500). Peraltro «a due passi dalla casa di riposo, vicino a complessi Ater e condomini di privati, potenzialmente in grado di coprire un bacino di utenza che va da via Aulo Manlio fino a largo Isonzo e comprende pure l’abitato nei pressi della piscina comunale, non servito da alcuna attività commerciale». Così come l’ha buttata giù Cisint, un’esposizione accattivante.

Difatti Alleanza 3.0 non ha schivato, respingendola, la proposta. Anche se è presto per dire che il piano B andrà in porto. Nel caso, si dovrà stipulare una convenzione ed effettuare una variante al Prgc per trasformare in S (area verde) il terreno prospiciente il santuario della Beata Vergine Marcelliana e in H2 quello di via Gramsci. «Noi - spiega il sindaco - abbiamo fatto presente alle coop che non c’è nel sito di Panzano un bacino d’utenza sufficiente a entrambe le strutture, che sarebbero vicendevolmente massacrate dalla concorrenza: la popolazione lì è anziana, si muove in bici e utilizza già lo Spak». Sollevate perplessità anche in merito alla circolazione veicolare. Piccola parentesi: tra le prescrizioni fissate per il lotto di largo della Marcelliana l’obbligatorietà della svolta a destra per entrare e uscire dal punto commerciale (vengono chiesti due passi carrai), la previsione dei sistemi di limitazione d’accesso all’area nelle ore di chiusura con cancelli (per evitare che i veicoli possano attraversare la zona allo scopo di evitare la rotatoria) e la non interferenza nell’accesso con la pista ciclopedonale esistente. «Ma la pista - conclude Cisint - verrà a mio avviso “calpestata”». Di qui la controproposta. Ora la parola passa alle coop.

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