Staminali per Denis: ora si punta a farne un caso nazionale

Giovedì l’incontro organizzato dalla Provincia a Gorizia con Vannoni e Andolina. Lettera-petizione al Pontefice
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-16.12.2013 Denis-Cura cellule staminali-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.12.2013 Denis-Cura cellule staminali-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Ciao, sono Denis Pramparo. Voglio fare la cura. Voglio guarire». A 17 anni, sa bene cosa vuole. In un letto speciale, attrezzato nell’abitazione, dialoga con il suo inseparabile My Tobii senza sosta. L’amiotrofia spinale di tipo 1 (Sma) non ne ha fiaccato la carica e la determinazione. «Denis frequenta regolarmente la scuola, i compagni non gli fanno mancare affetto e attenzione, vive appieno la sua socialità», spiega papà Marco con orgoglio. «La grinta non gli manca proprio», aggiunge sorridendo e accarezzando il figlio. Mamma Rossana evidenzia, con altrettanta tenerezza: «Lo ha scritto anche a Babbo Natale: gli ha promesso che verrà curato». Ciò che colpisce è la naturalezza con la quale Denis si rapporta alla malattia: semplicemente dà per scontata la cura con le cellule staminali. Del resto sono già pronte agli Spedali civili di Brescia, donategli dal fratello la scorsa estate.

Ma serve un “sì” dal Tribunale. L’assessore alle Politiche sociali, Ilaria Cecot, che ieri ha incontrato il ragazzo e i suoi genitori, in vista dell’appuntamento organizzato dalla Provincia per giovedì alle 15 a Gorizia, mantiene fede al mandato trasversale, affidatole all’unanimità dal Consiglio, quello di occuparsi del caso di Denis. All’incontro, assieme a Marco Pramparo e Rossana Ginaldi, sarà presente anche il dottor Marino Andolina, esperto in terapie staminali, nonchè i legali Marco Vorano e Dario Bianchini. In collegamento diretto ci sarà il professor Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation. L’invito a partecipare è stato rivolto a tutti: l’Azienda sanitaria Isontina, il Tribunale, l’assessore regionale alla Sanità, Maria Sandra Telesca, i parlamentari e consiglieri regionali della provincia di Gorizia, gli assessori e consiglieri provinciali e dei Comuni del mandamento. Le associazioni e i cittadini. Tutto per sensibilizzare a vasto raggio l’opinione pubblica sul tema legato ai cosiddetti metodi di cura “compassionevoli”, alla luce della recente decisione del ministro Lorenzin di convocare una nuova Commissione dedicata alla sperimentazione, dopo l’accoglimento del ricorso presentato dal professor Vannoni da parte del Tar del Lazio.

«Siamo di fronte a un ragazzo - ha constatato l’assessore Cecot - che comprende perfettamente come quell’iniezione rappresenti la speranza di stare meglio. Ora abbiamo bisogno di un giudice che ponga attenzione a questa espressa volontà. Mi auguro vivamente che all’incontro di giovedì sia presente un rappresentante del Tribunale, per rispondere sugli aspetti legali che attengono al processo di autorizzazione della cura con il metodo Stamina». Quella di giovedì non sarà un’iniziativa isolata, aggiunge: «Ci saranno altri incontri pubblici per dare visibilità a questa problematica che coinvolge, con Denis, anche tanti altri malati di Sma. Faremo il possibile per metterci a fianco di Denis e sostenere l’urgenza della terapia. È importante poter creare un vero e proprio movimento di consapevolezza». E fare della situazione di Denis un caso nazionale. L’assessore sta già lavorando per portare la questione all’attenzione della Regione. Intanto, Marco e Rossana hanno diramato il “tam tam” su Facebook. E le idee si moltiplicano. Come quella di avviare una petizione online per inviarla sotto forma di lettera-appello al Tribunale di Gorizia, ma anche ai rappresentanti del Governo. Compreso il Pontefice, che ha già interceduto per la piccola Noemi. Il 13 gennaio sarà a Gradisca il ministro per l’Integrazione, Kashetu Kyenge: «Farò in modo che il ministro - ha spiegato Cecot - possa occuparsi del caso».

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