ROMA. Un’attesa lunga ben 8 anni. I dipendenti dei ministeri, delle Agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici (250mila lavoratori) incassano finalmente il rinnovo del contratto. Gli interessati in Friuli Venezia Giulia sono quasi 5mila persone. L’accordo, che ha una copertura di 2,8 miliardi e che è valido per il triennio 2016-2018, è stato incardinato in un testo di 129 pagine e 96 articoli. Hanno firmato Cgil, Cisl, Uil e Confsal, mentre Usb, Cgs e Cisal si sono sfilate. Ora il contratto passa nelle mani del governo per l'approvazione, poi alla Corte dei Conti per la verifica contabile e dopo il via libera ritorna all’Aran per la sottoscrizione finale. «L’intesa ristabilisce un equilibrio virtuoso tra diritti e doveri», le parole soddisfatte del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
I beneficiati in Fvg. La platea degli statali del Friuli Venezia beneficiati dal rinnovo del contratto sono oltre 4800 persone. La Cgil Fvg, con Mafalda Ferletti, informa infatti, citando dati della Ragioneria generale dello Stato, della presenza di 2462 ministeriali, 1435 dipendenti delle agenzie fiscali e altri 925 impiegati nell’Inps, nell’ex Inpdap e nell’Inail. «Una buona notizia anche per il comparto unico regionale – commenta Ferletti –, dato che la giunta stava attendendo l’esito della trattativa romana. Contiamo dunque che il contratto che interessa 14mila lavoratori di Regione, Uti e Comuni possa essere firmato entro il mese di gennaio».
Aumenti salariali. Come previsto dall’accordo quadro firmato da governo e sindacati a novembre 2016, arrivano 85 euro di aumento medio mensile. Gli incrementi sono compresi in una forbice che va da un minimo di 63 euro a un massimo di 117, ma grazie a un’extra (21-25 euro mensili) da riconoscere alle fasce retributive più basse, per dieci mensilità, l’adeguamento risulterà di almeno 84 euro per tutti. Le amministrazioni più ricche potranno contare su un plus (dai 9 a i 14,5 euro a testa) nel salario accessorio. Le tranche di rialzi andranno a regime da marzo. Riconosciuto un una tantum con gli arretrati: 545 euro.
Più potere ai sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori non saranno più informate delle decisioni a cose fatte, ma si darà vita a un confronto permanente nelle materie che hanno riflessi sugli orari e sull’organizzazione del lavoro. Quanto ai premi, va in pensione la logica della distribuzione a pioggia: non potranno più ricadere nella stessa proporzione su tutti e la maggiorazione del premio rispetto al resto del personale sarà del 30%. Fissato un tetto per gli straordinari: 200 ore. Nasce anche un Osservatorio per il benessere dei travet, che sarà attento a prevenire episodi di burnout: esaurimento da lavoro.
Stop alla precarietà. Il contratto a tempo determinato non potrà mai superare i 36 mesi, prorogabili di altri 12, ma solo se in via eccezionale. Come nel privato, il numero dei dipendenti a termine non potrà andare oltre il 20% del totale. Superate le soglie non si potrà essere assunti ma l'esperienza maturata farà punteggio per i concorsi futuri.
Giro di vite contro molestie sessuali. Vengono esplicitate e rafforzate le sanzioni da infliggere in questi casi: in prima battuta il molestatore incappa in una sospensione fino a un massimo di 6 mesi). Ma se il comportamento viene replicato o comunque già nella prima circostanza giudicato molto grave, scatterà l’espulsione definitiva. Via anche chi chiede regali sopra i 150 euro come scambio di favori.
Assenteismo. Stretta contro i furbetti post week end. Si rimarrà fuori dall’ufficio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuità con le giornate festive. La stessa sanzione è prevista per ingiustificate assenze di massa. Se la condotta si ripete si passa al licenziamento. Inoltre, è una novità, quando in un ufficio si registrano tassi di assenteismo anomali, non giustificabili, a rimetterci (ma solo nei casi “ingiustificabili”) saranno tutti, visto che sarà il monte premi non potrà essere aumentato. Una clausola, comunque, indirizza le sanzioni maggiori sui singoli assenteisti.
Ecco il lavoro “flessibile”. La Pa apre le porte all’orario di lavoro “elastico”, con fasce di tolleranza in entrata e in uscita. Viene anche potenziata la possibilità di passare al part time.
Matrimoni omosessuali. Le unioni civili valgono come i matrimoni su permessi e congedi. I conviventi potranno così godere dei 15 giorni di stop retribuito riconosciuti per le nozze.
Pausa lavoro, mezz’ora salva. Per gli statali la durata minima della pausa lavoro resta di 30 minuti. Nel testo definitivo del contatto è stata raccolta la proposta per mantenere il ticket così come di fatto è oggi.