Stop a cene e preghiere collettive: il Ramadan ora si vive a distanza

TRIESTE La lunga giornata di digiuno e poi, al tramonto, il pasto (“Iftar”) assieme ad amici e parenti. Le cinque preghiere quotidiane e poi quella notturna (“Salat tarawwih”) recitata collettivamente in moschea per invocare la grazia di Allah. La visita ai luoghi sacri (“Omrah”) come la Mecca, che ogni fedele deve compiere almeno una volta nella vita. Sono tutte immagini tipiche del Ramadan, il periodo di trenta giorni che da oggi i musulmani di tutto il mondo celebrano in ricordo della rivelazione del libro sacro, ovvero il Corano, fatta al profeta Maometto proprio in questo mese. Quest’anno però, a causa dell’emergenza da Covid-19, non sarà possibile festeggiare l’appuntamento tanto atteso dai fedeli come è sempre avvenuto nel passato.
Per i musulmani si tratta di un mese di digiuno, di astensione dai semplici piaceri della vita, da trascorrere in pace, continuando a lavorare ma lasciando un margine più ampio del solito per sé, la propria famiglia e la comunità tutta, compresi gli amici, i vicini di casa e i concittadini. Anziché ritrovarsi fisicamente nella sede di via Maiolica per le cene collettive, che da sempre sono luogo di incontro e di mediazione religiosa e culturale, quest’anno ciascuna famiglia della comunità islamica di Trieste trascorrerà parte (o forse anche tutto) il periodo isolata nella propria abitazione. Ciò, però, non significa affatto che ogni fedele penserà solo a sé. Al contrario il raccoglimento personale si accompagnerà all’impegno nel sostenere anche gli altri, soprattutto chi si trova maggiormente in difficoltà.
Già negli scorsi giorni il Centro Culturale Islamico locale ha effettuato una donazione a favore dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano-Isontina di 3000 euro, raccolti in maniera volontaria tra i propri membri. Ora ha anche attivato un servizio di buoni pasto per le persone più in difficoltà della propria comunità, con l’intento che le difficoltà dell’attuale situazione economico-sociale non ricadano sugli elementi più deboli e più vulnerabili. «Con questi semplici gesti intendiamo dare a chiunque la possibilità di condurre a buon fine questo mese particolare, nel quale le preghiere e gli sforzi dei fedeli tutti saranno indirizzati a una visione del mondo più ottimistica e certa di una soluzione positiva, che di certo conseguirà dagli sforzi che ognuno di noi compirà per il bene collettivo», spiega Akram Omar, il presidente del Centro Culturale Islamico di Trieste. «A tutta la città di Trieste vanno i nostri più sentiti e affettuosi auguri – conclude Omar - per un completo ristabilirsi della serenità e della pace».
Il periodo del Ramadan proseguirà fino a domenica 24 maggio, quando si celebrerà la festa solenne di chiusura del mese di digiuno, alla quale normalmente a Trieste posso accorrere fino a duemila persone. Anche per quest’ultima non è ancora possibile sapere se la comunità la potrà festeggiare riunita come tutti gli scorsi anni oppure no. Come direbbe un fedele islamico: “Inshallah”, ovvero “'Se Dio vuole”. —
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