«Studente modello che amava lo sport»

Uno studente modello, alla prestigiosa scuola internazionale di Trieste, dove frequentava il terzo anno. La passione per lo sport, il calisthenic, un’armoniosa ginnastica a corpo libero che praticava da quando aveva 13 anni alla palestra “Calisthenics Trieste” di Aurisina. Un carriera sportiva, quella che voleva intraprendere il giovane Jack Benvenuti, che ricalcava la grande tradizione di sport di famiglia. Jack era infatti pronipote della grande gloria della boxe italiana Nino Benvenuti.
Gianpalo Romita, il titolare della palestra e istruttore di Jack, lo ricorda con grandissimo affetto. «Era come un figlio per noi. Un ragazzo splendido che aveva fatto del suo buon carattere e della sua adattabilità in ogni contesto uno strumento che lo aveva portato a livelli altissimi. L’ho visto praticamente crescere nella nostra palestra, che era per lui come una seconda casa. Ed era a casa, perché noi tutti gli volevamo bene. Era tutti i giorni con noi, ad allenarsi. A sognare di diventare un grande preparatore atletico a livello internazionale. E ce l’avrebbe fatta, se solo non si fosse messa di mezzo una disgrazia assurda», ha dichiarato Romita. «Una dedizione che lo portava a venire in palestra ogni giorno. E con qualunque tempo – ha aggiunto –. Sentivamo la sua moto arrivare da lontano, poi lo vedevamo entrare dalla porta sorridente. Felice. Era felice, e così rendeva noi tutti. Se potessi parlargli e abbracciarlo per l’ultima volta, gli direi che gli voglio un mondo di bene. E di volare alto. Altissimo, come solo lui sapeva fare quando si allenava».
Anche dalla International School di Trieste arrivano parole di grande rammarico da parte del direttore e dei suoi insegnanti. «La nostra comunità è molto scossa per questa tragedia – ha commentato Carrie Pierson, direttore della Scuola Internazionale –. La forza che Jack ha sempre dimostrato qui a scuola si riflette nell’energia che oggi dobbiamo trovare per sostenerci l’un l’altro in questo momento di dolore. Dobbiamo onorare la sua memoria ed essere di supporto alla sua famiglia». Jack è sempre stato entusiasta, estroverso e capace di coinvolgere le altre persone, aveva uno stretto ed affiatato gruppo di amici. Amava la tecnologia e lo spagnolo. Il professore di filosofia: «Una mente agile a cui piaceva risolvere i paradossi e i quesiti. Un ragazzo brillante e curioso». L’insegnante di scienze della comunicazione: «Era appassionato di medicina sportiva e fisioterapia, aveva in mente di andare a studiare all’estero. Lo chiamavo “raggio di sole”, perché ogni volta che era in classe c’era il sole. Un ragazzo di una gentilezza ed educazione uniche». «Lo ricordo per la sua allegria, la sua responsabilità davanti ai suoi errori, la sua partecipazione – ha aggiunto il docente di spagnolo –, dedicava ogni singolo grammo di energia a ciò che amava. Un ragazzo passionale e aperto al mondo con tanta voglia di scoprirlo». (e.f.)
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