Studi classici, un’ottima via verso il Diritto

Testimonianze di professionisti alla tavola rotonda nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni del Dante
Foto Bruni 28.02.13. 150anni del Liceo Dante:ospiti
Foto Bruni 28.02.13. 150anni del Liceo Dante:ospiti

Avvocati e docenti di diritto, magistrati, notai: per gli studenti del liceo classico, come dimostrano illustri ex alunni del liceo Dante, le professioni in ambito giuridico possono essere un naturale sbocco lavorativo dopo l’università Se ne è discusso ieri, nell’aula magna del Dante, durante la tavola rotonda “Gli studi classici e il loro rapporto con il mondo del diritto”, secondo appuntamento delle celebrazioni dei 150 anni dell’istituto triestino.

A raccontare le proprie esperienze personali sono stati invitati quattro prestigiosi ex alunni del Dante: l’avvocato penalista Giovanni Borgna, il notaio Paola Clarich, il magistrato Federico Frezza e l’avvocato e docente alla facoltà di Giurisprudenza Fabio Padovini. Ciascuno, nel raccontare la propria esperienza, ha individuato i punti di forza di una formazione classica e di un ambiente di studi come quello che il Dante in quegli anni ha saputo offrire. Per Borgna il vantaggio di una formazione classica sta principalmente nella capacità critica che permette di sviluppare: «Saper leggere e interpretare i dati, saper dubitare di quanto ci viene detto è fondamentale, e non solo in questa professione. Nel momento in cui si parla di aumento della criminalità bisogna essere consapevoli che non basta affidarsi alle statistiche: reati come quello di violenza sessuale un tempo non venivano denunciati e alcuni reati legati all’immigrazione fino ad alcuni anni fa non esistevano. Inutile dire allora che, numeri alla mano, sono aumentati».

«Ma il classico insegna anche l’importanza delle parole, della chiarezza, della sintesi – prosegue il notaio Clarich -, elementi essenziali per la redazione di un atto notarile. Così come lo sforzo interpretativo richiesto da una versione di greco e latino è lo stesso che serve poi per avvicinarsi ai testi legislativi».

Il pm Frezza, che ogni mattina dalla finestra del suo ufficio può salutare il suo ex liceo («si vede che non ho fatto molta strada», è la battuta ironica), enfatizza più che gli studi l’ambiente e le frequentazioni offerte dal liceo: «Non solo per il mio ex compagno di banco, che ora si trova qui accanto a me, Giovanni Borgna, che mi ha aperto la mente, ma anche per alcuni professori, dai quali ho imparato il rigore. Fare un’indagine è come fare una versione: ogni tassello deve andare al suo posto».

«Per lavorare e vivere nel mondo attuale serve certamente una forte sensibilità sociale – dice invece Padovani -: credo che la storia e la filosofia come vengono studiate al classico aiutino a formarla. E la determinazione, essenziale per una carriera di successo, il saper individuare obiettivi e coltivarli con costanza è quanto ci è stato insegnato e trasmesso dai professori esigenti di allora».

Giulia Basso

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