Successo al Kinemax di “Zoran” ma Battiston snobba Gorizia

In un’intervista a Famiglia Cristiana l’attore dichiara che il film è stato girato in Friuli
Italian actor/cast member Giuseppe Battiston poses for photographs during the photocall for the movie 'Zoran, il mio nipote scemo' (Zoran, my nephew the idiot), in Rome, Italy, 28 October 2013. The movie will be released in Italian cinemas on 31 Ocyober. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Italian actor/cast member Giuseppe Battiston poses for photographs during the photocall for the movie 'Zoran, il mio nipote scemo' (Zoran, my nephew the idiot), in Rome, Italy, 28 October 2013. The movie will be released in Italian cinemas on 31 Ocyober. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Boom. A Gorizia il film “Zoran il mio nipote scemo” ha fatto un vero e proprio botto con incassi record per la città. Nella sua seconda giornata di programmazione, in piazza Vittoria venerdì la fila al botteghino è uscita dal cinema. Per poter vedere il lungometraggio d'esordio del regista goriziano Matteo Oleotto il pubblico ha atteso sulle scale e la coda è arrivata giù fino in corte Bratina. Per consentire a tutti gli spettatori di prendere posto, l'inizio della proiezione delle 17.45 è stata addirittura posticipata di 15 minuti.

Eppure, nonostante l'attenzione dimostrata dai goriziani per il film, non altrettanto traspare dal protagonista.

Credo che la forza del film stia nel fatto che racconti una storia originale ambientata in una terra molto poco conosciuta, il mio Friuli». Così Giuseppe Battiston in un’interessante intervista pubblicata sull’ultimo numero di Famiglia Cristiana e dedicata all’uscita del film “Zoran il nipote scemo”.

Un passo indietro. Su Il Piccolo di mercoledì 23 ottobre intervista alla cantante Chiara, che è di Padova: «Gorizia? Mi ricordo di una trattoria dove servono delle mega porzioni».

Cosa hanno in comune queste due dichiarazioni? Che Gorizia non esiste.

Non ci compete inquadrare meglio la storia e la geografia a Battiston. Per molti suoi conterranei è Friuli anche parte dell’Istria, figuriamoci l’Isontino. Sarebbe bastato che a Famiglia Cristiana raccontasse come stanno le cose: il film è stato girato nel Goriziano senza confini. Avrebbe fornito un contributo significativo, oltre che alla verità, alla conoscenza di un territorio complesso e per questo particolarmente affascinante. Territorio che non sappiamo promuovere adeguatamente impelagandoci puntualmente su particolarismi storici indigesti anche al più interessato dei visitatori. Del resto anche il film, nella scena in cui il nipote scemo chiede allo zio di imparare lo sloveno, cede alla trita e ritrita divisione tra buoni (chi sa lo sloveno) e cattivi (gli altri, anche se poliglotti). Una zavorra anacronistica in una città, Gorizia, dove il costante aumento di iscrizioni alle scuole slovene di bambini italiani dovrebbe pur far riflettere e rassicurare. Dove i confini sono caduti sul serio e che se li tiene in testa si arrangi.

Cosa capiscono gli italiani che guarderanno il film dell’ottimo Oleotto di queste sfumature, che qui ci ostiniamo a caricare di significati ambigui? Per un italiano conoscere lo sloveno è uno strumento in più, se non l’intende utilizzare peggio per lui. Il Novecento è finito da un pezzo.

E veniamo a Chiara. Possibile che una padovana non conosca altro di Gorizia se non la bulimica trattoria? Già, ma chi siamo noi per chiedere.

Possiamo invece rivolgere un appello alle istituzioni e al panorama culturale locale di adoperarsi per promuovere meglio il Goriziano. Abbiamo l’opportunità del centenario della Prima guerra mondiale. Cerchiamo di attirare i visitatori veicolando nel modo più efficace la ricchezza della nostra storia preservandola dall’acido corrosivo dell’ideologia e degli interessi dei piccoli orticelli.

Argomenti:cinemabattiston

Riproduzione riservata © Il Piccolo