Sulle orme della Grande guerra sopra la valle del Vipacco
SAVOGNA. L'associazione Nordic Walking di Savogna d'Isonzo, presieduta da Alida Passon, ha deciso di organizzare un'importante camminata notturna sul Carso di Comeno alla riscoperta delle tracce...

SAVOGNA. L'associazione Nordic Walking di Savogna d'Isonzo, presieduta da Alida Passon, ha deciso di organizzare un'importante camminata notturna sul Carso di Comeno alla riscoperta delle tracce lasciate dalla Grande guerra e così unire un piacevole raccordo con la nostra storia. L'escursione è cominciata dal paesino di Lokvica, che si trova in Slovenia a poche centinaia di metri dal confine italiano sopra il Vallone del Carso, ed era accompagnata da Mitja Juren, appasionato delle battaglie della Grande guerra nelle nostre zone. Il percorso ad anello ha prima lambito l'abitato di Segeti per poi scendere in una delle tante doline del Carso. Questa però ha una peculiarità: custodisce infatti al suo interno una serie di gallerie austro-ungariche e italiane. Sulla volta d'entrata di una di queste è ancora ben visibile un graffito che ci riporta in mente le fasi preparatorie per l'undicesima battaglia dell’Isonzo. La dolina è stata ribattezzata dai fanti italiani nel 1917 “Dolina Oneglia”. Il percorso è proseguito per una comoda carrareccia verso l'interno del cosiddetto “Lager Segeti” che fino all'agosto 1916 fungeva da polmone logistico per le truppe austro-ungariche. All'interno del suo bosco che si estende da Lokvica fino a Kostanjevica è stato costruito un villaggio militare con quattro chiese, campi da tennis e bocce, teatri, cinema, giostre... praticamente una piccola città abitata dai militari, che dopo il loro turno di riposo andavano a combattere sul fronte del San Michele.
Tutto questo durò fino all' agosto 1916, quando la sesta offensiva sull'Isonzo, portò le truppe italiane alla conquista di Gorizia, la caduta del Sabotino, Podgora, San Michele e l'arretramento delle truppe asburgiche sul ciglio dell'altopiano di Comeno. Da quel momento il “Lager Segeti” diventò un campo di battaglia. Dopo un paio di chilometri è stato raggiunto il trono di Boroevic ( un masso scolpito a forma di trono, dove la leggenda vuole si sia accomodato il generale Boroevic, comandante della 5.a armata austro-ungarica). Da lì è stata affrontata la salita verso Quota 343 del Cerje (conosciuto durante la grande guerra con il nome di Veliki Hrib e conquistato dai fanti diToscana il 1° novembre 1916) meta dell’escursione. Sulla sua sommità è stata eretta negli anni novanta una grande struttura che ricorda, nella sua forma, una torre medievale e è stata dedicata alle tre guerre per l'indipendenza del popolo sloveno: la prima guerra mondiale, la lotta partigiana contro il nazifascismo e l'ultima guerra del 1991 che ha visto sancire l'indipendenza della Slovenia dalla Repubblica Socialista Jugoslava. La cima offre uno sguardo a 360 gradi: dalla valle del Vipacco alla conca di Gorizia, dominata dalle Alpi Giulie, la pianura friulana fino alla foce dell'Isonzo ed il golfo di Trieste. Approfittando della breve sosta i soci del Nordic-Walking di Savogna hanno offerto a tutti i partecipanti del fresco melone ed anguria.
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