Superata l’impasse burocratica Rinasce la cava di Petrovizza

Approvato dal Consiglio comunale di Monrupino l’ok alla ripresa delle estrazioni Il privato interessato può far ripartire l’iter: in arrivo una decina di posti di lavoro



Sarà riattivata la vecchia cava di Petrovizza, che si trova nel territorio di Monrupino. Grazie all’approvazione, da parte del Consiglio comunale del Municipio carsico, del provvedimento che riguarda appunto gli «indirizzi per la concessione della cava», la società del settore Petrovizza marmi Srl potrà riprendere l’iter per ricominciare l’attività estrattiva, assicurando così nuovi posti di lavoro - si parla di una decina di persone - in un comparto che, sull’altipiano triestino, vanta una lunga tradizione.

Il documento approvato dall’aula di Monrupino era indispensabile per sbloccare una complessa situazione, catastale e tavolare, che coinvolge anche la Comunella Jus Repen. «Vado particolarmente fiera dell’approvazione di questo testo – ha commentato in proposito Tanja Kosmina, sindaco di Monrupino – in quanto, dopo 10 anni di inattività, spero che le operazioni estrattive della pietra carsica possano riprendere a pieno ritmo, accompagnate dalla nota positiva di nuovi sbocchi professionali e di sviluppo a beneficio dell’intera area del Carso».

Nel corso della discussione in sede di Consiglio non sono però mancate le polemiche. «Come ho ampiamente sottolineato nel mio intervento – ha precisato infatti Martina Skabar, capogruppo della civica di opposizione “Insieme per Monrupino” – la nostra lista, come pure la precedente amministrazione, si sono sempre adoperate per la riapertura della cava di Petrovizza, che riteniamo un bene non solo dal punto di vista produttivo e quindi occupazionale ma anche di importanza storica per il nostro territorio. Abbiamo fatto però presente – ha aggiunto la stessa Skabar – che la delibera doveva essere meglio strutturata, in modo da scongiurare eventuali diatribe che potrebbero inficiarla».

Proprio Martina Skabar è uscita dall’aula al momento del voto, spiegando poi che «è prassi nel nostro Consiglio che, in caso di delibere che concernono sia il Comune sia la Comunella, i consiglieri che fanno parte anche della Comunella, onde evitare possibili conflitti di interesse, escono prima del voto o, al limite, si astengono». Su questa linea si è schierato anche Luca Barberis, della stessa civica della Skabar.—



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