Superiori, 2 milioni di lavori. Ma ce ne vorrebbero 40

Gli assessori provinciali Pino e De Francesco: «Frenati dal Patto di stabilità, potremmo accendere mutui per importi pari alla metà dell’intero fabbisogno»
L'entrata del liceo Petrarca
L'entrata del liceo Petrarca

Rimandata a settembre, con sotto braccio il libro dei sogni. Dei troppi lavori da fare e dei soldi che, al solito, non si trovano. Le scuole superiori della città - che sono di competenza della Provincia - ripartiranno con gli acciacchi di sempre. Magari più sicure, visti gli interventi già avviati nell’impiantistica. Ma tra finestre con gli spifferi, palestre-sgabuzzino, crepe sui muri, laboratori e aule ottocentesche, per sistemare tutto e garantire spazi decenti ci vorrebbero 40 milioni di euro. Ma c’è il Patto di stabilità, quindi il mega-piano preparato dalla Provincia si limita per ora a un’attuazione in scala ridotta. Il programma di interventi possibili, che include anche accorpamenti e spostamenti, tuttavia è ampio e l’80% ha già un progetto cantierabile. «Se l’edilizia scolastica uscisse dai limiti dal Patto - spiegano l’assessore alle Finanze Mariella De Francesco e alla programmazione scolastica Adele Pino - noi saremmo in grado di accendere mutui per 20 milioni di euro, quindi la metà». Lunare.

L'istituto tecnico Volta
L'istituto tecnico Volta

Restando sul pianeta Terra, raschiando il fondo delle casse la giunta può investire appena 1 milione e 800 mila euro. Può cioè completare cantieri già aperti. C’è il liceo scientifico Galilei, innanzitutto, diviso in due sedi. In via Mameli la ristrutturazione di facciate, infissi, bagni e pavimenti dovrebbe concludersi a dicembre. Via Battisti, vecchiotta com’è, andrebbe totalmente rinnovata, ma è a norma e quindi l’idea di rifare tutto è nel famoso libro dei sogni. L’Oberdan, oltre a un’imbiancata generale, ha bisogno di una sistemata agli spogliatoi visto che il prossimo anno scolastico verrà attivato l’indirizzo sportivo. Si vedrà. Il liceo Petrarca, che conta troppi alunni per classe, è una delle spine nel fianco della Provincia. Sono già partiti i lavori in largo Sonnino per i servizi igienici e la pavimentazione. Resta il problema della palestra, troppo piccola. A settembre dovrebbe essere aperta una convenzione con il complesso Ater di largo Niccolini in cui è stata costruita una struttura ideale in cui dirottare i ragazzi. Ma palazzo Galatti, a caccia di spazi, per risolvere la questione del sovraffollamento guarda con interesse all’ex caserma di via Rossetti, dove ospitare pure la succursale del Galilei di via Battisti. Il Carducci-Dante è disseminato invece su ben 4 sedi (via Giustiniano, via Madonna del Mare, via Corsi e via Rismondo): l’obiettivo è organizzare tutto su 3 edifici (con un’unica presidenza e segreteria nell’immobile del Dante) liberando quello storico di via Madonna del Mare che verrebbe destinato interamente ai bambini della Sauro, dal momento che San Vito è un rione che si sta via via ripopolando. Ma la struttura è degradata: vanno rifatti infissi e bagni. Manca, soprattutto, una vera palestra.

Se via Corsi dispone di fondi per gli infissi e le opere sono già cominciate, lo stesso non si può dire per via Giustiniano, alle prese anche con le facciate. Le risorse (4 milioni di euro) sono congelate dal Patto di stabilità. Un problema condiviso pure con il liceo artistico Nordio che paga anche un modello architettonico piuttosto “disinibito” in tema di risparmio energetico. A ciò si aggiunge lo spandimento del tetto (100 mila euro il costo) in cui si trova il giardino pensile. La sede di via Monte Grappa del Volta, dal canto suo, si prepara a una trasformazione in aule di una parte del piano terra, mentre per il Deledda-Max Fabiani (che il prossimo anno verrà unito), nella nuova sede di Villa Giulia si prevede un miglioramento dei laboratori, incluse le aule informatiche. Capitolo più complicato quello del Nautico: agli interventi programmati per il tetto, sottotetto, rivestimenti dei cortili interni e grondaie, si dovrebbe affiancare, fondi permettendo, la sistemazione delle officine con una suddivisione della parte museale da quella operativa. Ma, in realtà, l’intera scuola andrebbe sottoposta a una ristrutturazione totale di aule, porte, bagni e pavimenti.

Per il Carli, Da Vinci e Sandrinelli la Provincia dovrebbe predisporre al più presto un maxi-appalto per sostituire i tendaggi delle vetrate. L’elenco continua con il Galvani, già sottoposto a interventi di messa in sicurezza degli impianti; ma è una struttura che, a causa del parco interno, ha bisogno di molta manutenzione. Non mancano all’appello nemmeno le scuole slovene: lo Zois e lo Stefan attendono da tempo di spostarsi nell’immobile di piazzale Canestrini, nel Parco di San Giovanni. I cantieri sono partiti 3 anni fa, per un totale di 6 milioni di euro. Anche qui lo stop, sempre per il Patto di stabilità. Ma le risorse, da attingere in quel milione e 800 mila euro, consentiranno di riprendere in mano il primo lotto. La Provincia, infine, si trova a gestire il conservatorio Tartini, sebbene di livello universitario; qui servono lavori continui: dalla semplice manutenzione alle insonorizzazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo