Svanisce l’incubo del gas radon in entrambe le scuole di Mossa

MOSSA. Svanisce l’incubo del radon nelle scuole di Mossa.A portare la lieta novella il sindaco Elisabetta Feresin. I nuovi impianti di ricambio dell’aria sono già in funzione da qualche tempo. «E i...
MOSSA. Svanisce l’incubo del radon nelle scuole di Mossa.


A portare la lieta novella il sindaco Elisabetta Feresin. I nuovi impianti di ricambio dell’aria sono già in funzione da qualche tempo. «E i primi risultati sono molto positivi. Le nuove apparecchiature - spiega il primo cittadino - hanno abbattuto in maniera significativa i valori che, in alcuni punti, erano schizzati oltre la soglia di attenzione nei mesi scorsi. Ora attendiamo dall’Arpa il
report
più completo. Si è trattato di un investimento importante che siamo riusciti a mettere in atto grazie alla generosità della Regione».


Prosegue Feresin: «Chi sceglie la scuola di Mossa sceglie oggi una scuola sicura che, al contrario delle altre site nell’Isontino, è monitorata di continuo. Il fatto che il problema della concentrazione di radon si sia presentato a Mossa, non significa che in altri Comuni non ci sia. Devo dire che rispetto a qualche mese fa sono assai più serena. Il nuovo impianto consuma meno ed è più efficace».


Era il dicembre dello scorso anno quando un problema apparentemente consegnato al libro dei ricorsi riemerse: i livelli di radon ricominciarono a salire nelle scuole materna ed elementare di Mossa.


L’amministrazione comunale (nonostante una strategia informativa che faceva acqua da tutte le parti) fece sapere di essersi subito allertata e di aver ottenuto un finanziamento dalla Regione per ammodernare l’impianto di aerazione e riportare i valori sotto al livello di guardia. Ma la preccupazione dei genitori salì. Inesorabilmente.


Ad intervenire, anche allòra, fu il sindaco Elisabetta Feresin. Ricordò che sin dall’inizio degli anni 2000 il Comune di Mossa, «tra i primi in assoluto», affrontò la problematica legata alla presenza di gas radon. All’epoca le scuole vennero interessate da una rilevazione condotta da Arpa Fvg per verificare la presenza del gas al loro interno. E dai monitoraggi effettuati venne, appunto, appurata la presenza di radon. A quel punto, si decise di investire in un impianto di ventilazione forzata: installato nel 2003, assicurava un ricambio d’aria in orari definiti e certi ed una pressurizzazione dell’atmosfera interna andando a ridurre la risalita del gas che è un elemento naturale presente nel sottosuolo.


Poi, qualcosa si mise di traverso. Nuovi dati evidenziarono oscillazioni sensibili dei valori all’interno degli edifici: risalivano al primo semestre del 2015 e vennero comunicati al Comune il 3 settembre 2015. Come previsto dalla direttiva emanata dalla Comunità europea vennero ripetute le misurazioni fra gennaio e giugno 2016. Il 12 agosto 2016, al ricevimento dei risultati di questo nuovo monitoraggio, si evidenziò un ulteriore scostamento dei dati. Aggiunse Feresin: «Come confermato anche dalle relazioni fornite dall’Arpa, se la misura risulta superiore al livello di azione devono essere poste in essere misure di rimedio per ridurre le grandezze misurate entro tre anni dalla data della misura stessa, ovvero entro il 2019».


«Il Comune di Mossa – rimarcò il sindaco – si è prontamente attivato in tal senso coinvolgendo la Regione che, con decreto del 28 settembre 2016, ha concesso al Comune di Mossa un contributo di 60. 000 euro per effettuare quanto necessario. Tecnici ed ingegneri hanno convenuto sull’opportunità di procedere con una revisione ed ottimizzazione dell’impianto di ricambio d’aria esistente, con la sostituzione delle due unità ventilanti con altre più moderne e di maggiore potenza.


I lavori si sono puntualmente svolti, i nuovi impianti di aerazione sono in funzione, «ben prima dei tre anni previsti dalla normativa per mettere in atto interventi risolutivi», conclude Feresin.


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