Svevo e Joyce Due geni in mostra tra lettere e oggetti

Inaugurato in via Madonna del mare il nuovo allestimento degli spazi museali dedicati ai grandi scrittori
Lasorte Trieste 14/10/11 - Museo Joyce, Inaugurazione
Lasorte Trieste 14/10/11 - Museo Joyce, Inaugurazione

di Giulia Basso

Sono stati riaperti al pubblico e inaugurati ieri, in un nuovo allestimento negli spazi espositivi di via Madonna del mare 13, due piccoli musei-gioiello di Trieste dedicati ad altrettante figure cardine della storia della letteratura europea: il Museo Sveviano e il Museo Joyce. In occasione dei 150 anni della nascita di Italo Svevo, il museo nato nel 1998 dalla donazione della figlia del grande scrittore e trasferito qualche anno fa negli spazi di via Madonna del mare è stato dotato di un nuovo impianto di illuminazione e di nuove bacheche, che ne valorizzano gli oggetti, le fotografie e i manoscritti autografi qui custoditi. Come la sua penna d’oro, il suo violino e l’armadio-libreria con le sue iniziali, che sono i pochissimi e perciò preziosi oggetti salvati dal bombardamento, nel febbraio del ’45, della casa dove visse Svevo, ovvero villa Veneziani a Servola.

Ma il lascito più significativo custodito in via Madonna del Mare e valorizzato da una speciale grafica è costituito dai rari manoscritti autografi, dalle fotografie, ma soprattutto dalle lettere dello scrittore e dalle carte di famiglia, che svelano di Svevo uno dei suoi lati meno noti, quell’ironia tagliente diretta contro se stessi tipica di una certa cultura ebraica. Ma anche la sua, più nota, ossessione per le sigarette. Scrive Svevo in uno scherzoso contratto nuziale: «Ettore promette di non fumare, Lidia (la moglie di Svevo, ndr) di non più civettare, fare buoni pranzi con maggiore quantità di patate fritte, fare figlioli o tentare di farne struccando di più...» O ancora, in un testamento semiserio, da buon ateo, si raccomanda: «Niente rabbini e niente preti... E non saluto nessuno perché spero di rivedere tutti questa sera».

Anche la corrispondenza tra Joyce e Svevo, conservata nell’attiguo museo Joyce, che proprio per lo stretto rapporto di amicizia e stima tra i due non poteva trovare collocazione migliore se non vicino al suo gemello sveviano, è a tratti esilarante. Nel nuovo allestimento del museo Joyce infatti sono esposti documenti che testimoniano il rapporto privilegiato tra i due geni letterari, tra i quali una lettera, scritta per metà in dialetto triestino, che Joyce manda a Svevo nel 1921, chiedendogli di occuparsi della spedizione di un manoscritto da lui lasciato a Trieste: sono i primi tre capitoli del suo romanzo più celebre, definito nella lettera “Ulisse, ossia sua madre grega”.

In un nuovo allestimento non potevano mancare le installazioni multimediali, che guidano il visitatore alla scoperta della vita triestina di Svevo e di Joyce. Nei 150 anni della nascita di Ettore Schmitz vale allora la pena di visitare queste due piccole esposizioni, in attesa degli eventi che l’assessorato alla Cultura promuoverà nei prossimi mesi, come anticipato dall’assessore Claudio Mariani, per «dare, in un anniversario così importante, nuova vitalità alla tradizione letteraria di Trieste». Tra le iniziative in programma si segnalano due esposizioni: una al Museo postale di lettere, cartoline, fotografie e documenti intitolata “La storia puzza - Posta per Italo Svevo”; e una a Palazzo Gopcevich, dal titolo “U.S. – Ultima sigaretta”, dedicata appunto alla più celebre delle ossessioni sveviane, quella del fumo.

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