Tagliato il cordone ombelicale tra Grignano e Miramare

«Istituzioni vergogna, uccidete il turismo a Grignano». Recita così il cartello appeso all’ingresso del sentiero che collega il Parco di Miramare al porticciolo di Grignano. Un accesso che da un paio di giorni è stato chiuso a causa di «lavori urgenti di consolidamento statico e di completamento del sentiero», con tanto di zona transennata per un centinaio di metri che di fatto ha eliminato decine e decine di parcheggi nella baia.
Lavori programmati dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici, di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali, che si protrarranno almeno fino ai primi di settembre, per una spesa complessiva che sfiora i 250 mila euro. Una sorpresa a dir poco sgradita per i tanti turisti in visita nel nostro territorio, ma anche per tutti gli operatori commerciali della zona, che si vedono in qualche modo danneggiati sul fronte economico, proprio nel periodo estivo, quello di massima affluenza di visitatori italiani e stranieri.
A farsi portavoce della protesta è Walter Bradas, responsabile dell’Aula Blu, l’imbarcazione didattica che da oltre dieci anni, consente a tutti gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori della provincia di Trieste di analizzare sul campo le acque del nostro golfo. «Siamo arrabbiati perché le istituzioni stanno fortemente limitando le potenzialità turistiche del porticciolo – attacca Bradas -. In dieci anni di attività abbiamo seguito oltre 40 mila ragazzi, che poi potevano completare il percorso didattico prima con la visita all’Immaginario Scientifico e poi con quella alla Riserva Naturale di Miramare. In questo modo è come se avessero tagliato il cordone ombelicale che legava le nostre attività».
Bradas è intenzionato ad andare fino in fondo alla questione, organizzando una petizione e dando vita ad un Comitato per la difesa di Grignano, che possa chiedere spiegazioni alle istituzioni, ad iniziare dal Prefetto. Sostando alcuni minuti davanti all’accesso del sentiero, non si può non notare un via vai di persone che, con grande stupore e parecchio disappunto, hanno trovato sbarrata la strada che conduce al Parco di Miramare. Tra questi molti turisti, soprattutto tedeschi, ma anche un’intera classe di studenti dell’istituto tecnico Galvani, o ancora un giovane ricercatore russo del Centro di Fisica, Alexander, che ha scoperto l’amara sorpresa con grande fastidio. Sul piede di guerra anche i ristoratori della zona, come Carol De Simone che, insieme alla famiglia, ha in gestione il ristorante “Principe di Metternich”. «Chiudere in questo modo l’accesso al Parco di Miramare, significa allontanare i turisti da questa zona e quindi danneggiare enormemente la nostra attività, soprattutto quella corposa dei mesi estivi. Le istituzioni si danno da fare per incrementare il turismo a Trieste, poi però, situazioni come queste portano a clamorosi autogol». La prende con un pizzico di filosofia in più Matteo Martinolli della Tavernetta al Molo. «Comprendo che i lavori bisogna farli quando è il momento e quando ci sono i soldi, certo però che il periodo scelto per eseguirli non è esattamente il più felice».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo