Taiky ogni giorno in attesa dell’amica che non c’è più
La storia toccante di un esemplare della stessa razza del celebre Hachiko. Continua a tornare davanti al giardino dove viveva una meticcia, ma lei è morta

TRIESTE Lui attende ancora, ma la sua amica di giochi non arriverà più. È volata via da più di una settimana, eppure Taiky non si rassegna e ogni sera passando davanti a quel giardino dove viveva una piccola meticcia di oltre 14 anni, guaisce. Strattona il guinzaglio per arrivare in quel punto di Opicina, si guarda intorno, la chiama e poi resta immobile sperando di vederla correre tra l’erba.
Trieste, Taiky ogni giorno cerca la compagna di giochi che non c'è più
Piange l’assenza delle sua compagna di coccole, quella dolce cagnolina che da anni aveva con lui un appuntamento fisso, fatto di annusatine, scodinzolii e un arrivederci alla serata successiva. Taiky, “tamburo” in lingua giapponese, è un Akita Inu, la stessa razza di Hachiko, il cane reso famoso anche da un film, che si è trasformato nel simbolo delle fedeltà canina per il fatto che dopo la morte improvvisa del suo padrone, il professor Hidesaburo Ueno, si è recato ogni giorno per dieci anni alla stazione di Shibuya, aspettandone invano il ritorno.
La storia di Taiky sta commuovendo chi abita in quella zona dell’Altipiano, e quanti sui social si sono imbattuti nel video che ritrae l’Akita Inu mentre, davanti a quel cancello da dove arrivava la sua amica, attende, guarda, e piange. Piange perché lei non gli corre più incontro, da troppi giorni. «Lui è un cane particolarmente sensibile, – racconta la sua proprietaria, Samantha Gandini – vive con noi da sette anni e già quando l’altro nostro Akita Inu se ne è andato, lui ha sofferto molto. Aveva smesso di mangiare, c’è voluto del tempo perché si riprendesse, siamo ricorsi perfino alla medicina omeopatica per aiutarlo e poi, per vedere se cambiava qualcosa, abbiamo adottato anche un alto cane, Heavy, un bracco tedesco. Assieme a noi vive anche Zea, una meticcia che li mette in riga e, malgrado sia la più piccola di statura, è la vera capobranco».
Amici di giochi, dunque, Taiky ne ha, ma quella cagnolina che incontrava passeggiando la sera nella zona della centrale elettrica di Opicina, gli aveva rubato il cuore. «Ogni sera, quasi si dessero appuntamento, – ricorda Samantha – appena arrivavamo davanti a quel giardino, la cagnolina dal mantello marrone gli correva incontro, ed era festa. Noi diciamo sempre che lui è uno gigolò, un conquistatore da sempre sensibile alle cagnoline, ma quell’amica per lui era speciale».
Da giorni, la sera, Taiky, non si arrende. Uscendo dal suo giardino per una passeggiata, lui come se avesse il paraocchi, si dirige in un’unica direzione e con bramosia vuole tornare in quel punto. Lì si ferma, e piange, guaisce disperato, con lo sguardo fisso verso quel punto da dove spuntava scodinzolante e allegra la sua amica. Ma lei non c’è più. Non arriva. E lui, triste, non si rassegna. Guarda la padrona quasi chiedendo aiuto, un intervento per farla riapparire.
Poi, a coda bassa, rientra a casa e mogio mogio si sdraia a terra. «Fa pena e tenerezza vederlo così, – ammette Samantha – speriamo ad un certo punto capisca, si renda conto, e superi questo momento». –
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