Tango bond: risarcimento da 800mila euro

La Creditfriuli condannata dal Tribunale di Gorizia a versare la somma record a un investitore isontino

di Elisa Lenarduzzi

Nel lontano 2001, due giorni prima di Natale, aveva visto volatilizzarsi in un solo istante un milione e 250mila dollari, la cifra astronomica che aveva deciso di investire nei famigerati bond argentini. Accanto al danno, puntuale, era arrivata anche la beffa. Perché quei soldi gli erano stati prestati dalla banca, alla quale ha dovuto restituirli tutti, dal primo all’ultimo. Dieci anni dopo, quell’investitore - residente nella provincia di Gorizia - ha ottenuto giustizia. Il tribunale di Gorizia, infatti, con sentenza del 19 ottobre, ha condannato la banca - la Bcc di Cervignano, oggi Creditfriuli - a versare all’uomo una somma da record, forse la più alta mai ottenuta in Italia: 800mila euro, spese legali incluse.

I giudici, accogliendo le tesi dell’avvocato Michele Turi, legale dell’investitore isontino, hanno infatti ravvisato l’inadempimento della banca alle norme che impongono il rilascio di specifiche informative sui titoli. In sostanza, la Creditfriuli non aveva avvisato il risparmiatore dell’inadeguatezza dell’operazione rispetto alla dichiarata media propensione al rischio. La Creditfriuli, come ovvio, ha già annunciato il ricorso in appello, ma nel frattempo il provvedimento è esecutivo. La banca dovrà quindi restituire subito gli 800mila euro, a meno che la Corte d’appello di Trieste accolga la richiesta di sospensiva.

Se la sentenza riaccende le speranze dei tanti cittadini che nel 2001 persero i risparmi di una vita nel default argentino, dall’altra richiama l’attenzione su una scadenza importantissima per tutti coloro che ancora attendono giustizia: il termine ultimo per chiedere il risarcimento alle banche scadrà il 23 dicembre di quest’anno. «Il consiglio - spiega l’avvocato Tuni - è quello di inviare, almeno qualche giorno prima, una lettera raccomandata alla banca in cui, facendo riferimento all’investimento nei titoli, si chiede il risarcimento del danno. In questo modo si interrompe la prescrizione». Attenzione: a poter far causa alle banche, secondo una recente sentenza del tribunale di Pordenone, sono anche i risparmiatori che hanno aderito all’arbitrato internazionale Icsid promosso dalla Tfa.

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