Tango Illegal, sbarco ai Topolini
Dopo il tam- tam su internet 16 coppie in clandestinità si sono scatenate nel ballo
Manifestazione non autorizzata, schiamazzi notturni, assembramento e indebita occupazione di suolo pubblico. Questi i “reati”. I “colpevoli” decine di ballerini che, complice un tamtam via internet o tramite sms, s’incontrano in un luogo stabilito nel centro della città, fanno partire la musica e iniziano a volteggiare sulle note del famigerato “pensiero triste che si balla”, mentre la gente tutt’intorno si ferma a guardare incuriosita. Tango, signori. Per la precisione: tango illegal. E’ così che è andata anche giovedì sera, dopo le 20, all’ultimo topolino di Barcola, trasformato in “milonga” a cielo aperto dai membri del gruppo Tango Illegales Trieste Fvg.
Ai tangueri non occorre molto: una pavimentazione liscia, spazio per dieci o quindici coppie danzanti, un diffusore di musica. Le donne infilano i tacchi e si mettono ad attendere ai bordi, gli uomini le invitano con un cenno della testa e subito prende vita l’abbraccio di corpi che durerà solo fino alla fine dell’aria argentina: è obbligatorio il cambio di partner per la successiva danza e via così in un intreccio di corpi e di passi eleganti, sensuali e perfettamente sincronizzati. «L’iniziativa triestina nasce sulle pagine di Facebook riprendendo l’esperienza milanese, per restituire il tango alla strada, suo luogo d’origine».
Il gruppo, nonostante i pochi mesi di vita, comprende già oltre quattrocento amanti di tango tra Trieste e il Friuli, tutti muniti di maglietta stampata “Tango Illegales Fvg”, e ha all’attivo, con quest’ultima, quattro “incursioni” urbane illegali. Un’illegalità che non ha nulla di negativo: «Il tango è amore, è passione e si balla dove capita di ballarlo. Questi appuntamenti “a sorpresa” sono un’occasione divertente, sopra le righe, per far conoscere la disciplina». Nel giro di pochi minuti i tangueri presenti sono una cinquantina, sedici le coppie danzanti all’unisono. Un osservatore esterno non può che provare stupore e ammirazione. Ma chi è il deus ex machina di tutto ciò? «Siamo illegali, no? Non si fanno nomi. A parte gli scherzi, la verità è che non importa da chi l’idea abbia preso forma ma la partecipazione di tutti, la spontaneità, la condivisione di questa meravigliosa esperienza».
Il cielo minaccia pioggia eppure nessuno pensa ad abbandonare la milonga, anzi. Un’ultima curiosità: il grosso problema di come diffondere la musica in modo da essere sufficientemente udibile è stato risolto grazie al cosiddetto “cubo magico con scagno annesso”. Si tratta nientemeno che di un vecchio cassettone contenente la batteria di un’automobile, un’autoradio e quattro altoparlanti, con un’autonomia di due ore.
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