Taverna de Vermean aperta Sanzionati anche venti clienti

Oltre al locale pagheranno 400 euro, la Prefettura valuterà l’eventuale chiusura I titolari Giuseppe e Lidia: «Si può lavorare in sicurezza rispettando le regole»
Bonaventura Monfalcone-16.01.2021 Manifestazione ioapro-Taverna di Vermegliano-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.01.2021 Manifestazione ioapro-Taverna di Vermegliano-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

/RONCHI

Hanno tenuto aperto il loro locale in barba ai divieti e sono stati multati: 400 euro. Mica solo i titolari de “La taverna de Vermean”, anche i 20 avventori dovranno pagare la stessa cifra. È quanto accaduto l’altra sera a Ronchi dei Legionari. «Abbiamo aperto ben consapevoli di ciò al quale andavamo incontro», dice Giuseppe Verzino che, assieme alla moglie Lidia, da alcuni anni è impegnato nella conduzione del locale che si trova lungo via Monte Sei Busi, nel rione di Vermegliano. Venerdì sera Giuseppe e Lidia hanno tenuto aperta l’attività oltre le 18, orario limite consentito dal Dpcm e, poco dopo le 19, hanno ricevuto la visita degli agenti della Polizia locale che, assieme ai Carabinieri, hanno provveduto, come prevede la norma, a sanzionare loro e i presenti.

È stato l’unico, a Ronchi dei Legionari, ad aderire all’iniziativa #ioapro, pubblicizzata nei giorni scorsi su scala nazionale, con l’invito a esercenti e ristoratori a mantenere aperte le attività anche oltre i limiti di orario consentiti dalle disposizioni. «Abbiamo deciso di aderire alla protesta perché vogliamo far capire nel modo più onesto possibile che possiamo lavorare in tutta sicurezza, facendo rispettare regole e comportamenti adeguati. Proprio come sempre abbiamo fatto. E anche i nostri clienti erano stati avvisati delle conseguenze che una simile decisione potevano comportare», racconta Verzino.

In questi giorni la Polizia locale sta intensificando la propria attività sul territorio, con orari diversificati e pattugliamenti sul territorio che non riguardano solo ed unicamente le attività commerciali. Pur riscontrando un generalizzato rispetto della normativa e degli obblighi anticovid sono scattate le sanzioni per 20 persone che stavano cenando, 400 euro a testa anche se, per ora, non è stata prevista la sanzione accessoria della chiusura dell’attività visto che il comando retto dalla commissario Paola Trinco ha riconosciuto il fatto che l’apertura non fosse dettata solo dal mancato rispetto di una norma, ma fosse una forma di protesta. In ogni caso sarà poi il Prefetto, a cui verranno inviati i verbali, a valutare l’eventuale chiusura dell’attività. Attività che attira sempre moltissime persone e che è sempre stata condotta selezionando la clientela e nel rispetto di ogni regola. Sempre nella serata di venerdì c’è stato anche un controllo della Polizia di Stato.

«Apriremo di nuovo, perché abbiamo aderito a una protesta che deve essere proseguita e non può esaurirsi nello spazio di una giornata», dice ancora Giuseppe, consapevole del fatto che se le agenti torneranno, la recidività di comportamento potrebbe portare a sanzioni ben più pesanti. «Quando, alle 19.30, è entrata la Polizia locale – racconta – c’erano 20 avventori, rispetto alle 30 prenotazioni che avevamo ricevuto. Sono stati chiesti a tutti i documenti e le agenti anno proceduto all’identificazione. Non c’è stata alcuna azione di protesta, né di disagio perché tutti sapevano e conoscevano quello che avevamo deciso di fare. Io riapro in piena consapevolezza di poter essere ancora oggetto di controlli. E in effetti sono stati in molti, appresa la notizia, a voler cancellare la loro prenotazione». Come detto, a Ronchi dei Legionari, solo la “Taverna de Vermean” ha aderito alla protesta #ioapro, dalla quale avevano preso le distanze Confcommercio e Confesercenti. Gli altri esercenti hanno preferito rispettare la norma e chiudere alle 18. «Se alla protesta avessimo aderito tutti, unanimi – spiegano i titolari – avrebbe avuto successo, ma fare le cose a macchia di leopardo non ha senso. Oltretutto perché a rimetterci sono anche i clienti: non crediamo che pagare 400 euro possa essere affrontato da tutti, soprattutto in questo momento di difficoltà». Una protesta che si basa sulle tante difficoltà affrontate in questi mesi. «Non abbiamo avuto aiuti – aggiunge Giuseppe – se non spiccioli per le nostre spese. Siamo in pochi, purtroppo nella nostra regione, ad appoggiare questa protesta educata. C’è chi ha continuato a lavorare abusivamente in zona rossa e nessuno ha fatto nulla. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità, mettendoci la faccia e il cuore, quello che ci abbiamo messo da quando abbiamo aperto questo locale».—

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