Teatro Verdi, lo scioperofa saltare la "Butterfly"

Sciopero al Teatro Verdi domenica per la seconda recita di ”Butterfly”, quella pomeridiana. I sindacati protestano contro il contestato decreto sugli enti lirici, appena firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha scatenato la rivolta in tutta Italia
Il Teatro Verdi di Trieste
Il Teatro Verdi di Trieste
TRIESTE.
Sciopero al Verdi domenica per la seconda recita di "Butterfly", quella pomeridiana. L’azione è stata decisa all’unanimità dai sindacati appena appreso che il presidente Napolitano ha firmato il contestato decreto che ha scatenato la rivolta in tutti i lirici italiani per la sola anticipazione dei contenuti, considerati lesivi dei diritti sindacali e un attacco frontale agli organici e alle carriere di tutti i dipendenti delle 14 Fondazioni.


L’Opera di Roma e il San Carlo di Napoli si sono fermati venerdì, il Comunale di Bologna ha proclamato sciopero per martedì 4, il Carlo Felice di Genova per il 6. A Trieste ulteriori azioni di protesta saranno decise nei prossimi giorni.


Intanto il soprintendente Giorgio Zanfagnin, che definisce "sbagliato e improduttivo" quel decreto, varato d’autorità senza alcuna consultazione, e mai letto per intero ancora da nessuno, risponde anche ai sindacati che l’altro giorno nell’assemblea al Ridotto hanno indicato nell’Anfols, l’associazione nazionale delle Fondazioni, una spaccatura: chi pro e chi contro l’azione di governo sulla lirica.


"Non è vero che 7 Fondazioni sono uscite dall’Anfols - afferma -, siamo 12 su 14, perché si sono allontanati solo la Scala e l’Accademia di Santa Cecilia, e tanto è vero che noi saremmo interlocutori del governo - dice con calore - che è dal 2008, quando ci annunciò perentoriamente i tagli di bilancio, che non siamo stati più né ascoltati, né convocati, né ricevuti dal ministero, il quale mai ha risposto a ogni nostra sollecitazione, neanche quando abbiamo mandato una nostra proposta di legge di riforma (dove non si parlava dei lavoratori, materia che è di contrattazione), neanche quando ci siamo offerti di fare un concerto a favore dei terremotati, e nemmeno quando abbiamo fatto ripartire le trattative per il contratto, scaduto da oltre 3 anni. Adesso nessuno di noi soprintendenti sa nulla di quel decreto. Ma il ministero che fa? Insinua colpe altrui, dirotta la protesta, e i sindacati ci credono".


Zanfagnin aggiunge anche che, a colloquio coi rappresentanti dei lavoratori del Verdi, ha "accettato ogni loro richiesta". Anche l’assunzione a tempo indeterminato per 17 dipendenti ora a termine. Ha messo i soldi da parte apposta, continuando un processo di riorganizzazione che in pochi anni ha assorbito deficit pregressi, due milioni di taglio dallo Stato e uno dalla Regione. Ma in questo stato di cose la misura sembra colma.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo