Televisioni locali sull’orlo del collasso Chiusa Triveneta Fvg

TRIESTE. La crisi delle emittenti private in regione aggiunge un nuovo scalpo: chiude la sede di Pordenone di Tv7 Triveneta Fvg. Tre persone, il direttore Alessandro Rinaldini, giornalista professionista, e due pubblicisti assunti a tempo indeterminato, Francesca Pasut e Davide Schiacchitano, sono licenziati. Mentre la proprietà, come in altri casi, tiene in tasca i contributi pubblici assegnati a sostegno delle trasmissioni sul digitale. A casa. Dopo le ferie forzate e la lettera di licenziamento che scatta dal 30 settembre, come sottolinea in una nota di solidarietà l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia.
Finisce dopo nemmeno due anni l’esperienza di un telegiornale dedicato interamente alle notizie del Friuli Venezia Giulia. La redazione di Pordenone (che per pochi mesi ha ricevuto il supporto di due giornalisti distaccati da Padova, che avevano consentito la copertura di Trieste e Udine) aveva iniziato a lavorare nel settembre 2011 per il gruppo Triveneta che fa capo alla famiglia padovana di Ermanno Chasen, imprenditore coinvolto, tra il 1999 e il 2000, in una vicenda di spaccio di monete false che fu pure oggetto di un’interrogazione parlamentare e per la quale fu recluso prima in Svizzera e poi in Slovenia. La direzione della società Teleprogrammi ha comunicato con lettera datata 3 luglio il licenziamento e la contemporanea messa in ferie fino a esaurimento delle stesse dei tre giornalisti.
Da giovedì scorso il tg di Tv7 Triveneta Fvg non va più in onda. Uno stop che arriva nonostante i fondi conquistati dall’emittente proprio grazie alle presenza in regione. Il Comitato regionale per le comunicazioni del Friuli Venezia Giulia attribuisce infatti risorse integrative dei contributi previsti dalla legge nazionale 23/1998 alle emittenti televisive locali con sede operativa sul territorio. Sul sito del Corecom spunta la cifra di 250mila euro all’anno da suddividere proporzionalmente sulla base dei punteggi in graduatoria, più alti proprio sulla base dell’informazione in loco e sul numero dei giornalisti assunti. Dal 2011 Triveneta, terzo in classifica nella graduatoria per la concessione dei contributi statali, ha portato a casa non meno di 300mila euro. Ma ora chiude. E licenzia. Così come, si dice, starebbe per fare con una decina di tecnici nella sede di Padova, lì dove sono attualmente impiegati quattro giornalisti.
Il gruppo veneto aveva acquistato l’ex Canale 55 di Andrea Zanussi, rilevandone uffici e attrezzature. Due anni fa i lavori di sistemazione degli studi furono lasciati a metà dopo un paio di mesi e il programma redazionale di Rinaldini (tg in diretta, trasmissioni settimanali ad ampio raggio e talk show) non è mai stato realizzato. Così come non è mai partita un’attività commerciale in Fvg. La redazione ha già fissato una serie di incontri con le istituzioni almeno per informare dei fatti. Martedì prossimo Rinaldini sarà a colloquio con il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop. Ma, al momento, i tre giornalisti non si sono visti fornire nessuna possibilità di reintegro e la vertenza giudiziaria pare inevitabile.
Una situazione di crisi che è però solo l’ultima tappa del progressivo ridimensionamento delle tv private Fvg. In regione, nonostante le voci di tempesta di lunga data, regge ancora (ma con una presenza giornalistica ai minimi termini) TeleFriuli del gruppo Caltagirone. E pure TelePordenone. Ma lo smantellamento, a partire dalla redazione di Udine, ha riguardato già Tele 4 (a Trieste sono rimasti in tre) dopo la cessione di quote dall’editore Donata Irneri al network Rete Veneta di Filippo Jannacopulos, con l’ex direttore Claudio Cojutti passato all’informazione (non solo sportiva) di Udinese Channel, realtà sostenuta dalla famiglia Pozzo ma che si appoggia anche alla milanese Micri Communication. A Tele4 hanno pure fatto pagare ai collaboratori un corso di primo soccorso e antincendio. Mentre a Free, dove lavoravano tre giornalisti e vari collaboratori, Antenna 3 ha ridimensionato Udine: se n’è andato il direttore Lorenzo Petiziol e per una giornalista è ora in corso un contratto di solidarietà.
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