Tennis club Gradisca ancora nel limbo a 5 anni dall’incendio

La ricostruzione della struttura procede al rallentatore e i campi da gioco sono ormai ricoperti da uno strato d’erba

GRADISCA. Il rifacimento del Tennis Club Gradisca continua ad essere una grande opera incompiuta nel pieno centro di Gradisca d’Isonzo. E a suscitare polemiche. L’ultima delle quali innescata da un lettore ed ex socio del sodalizio della racchetta, il romanese Moreno Marchetto, che ha scritto al Piccolo per denunciare la situazione di stallo nell’area di via dei Pioppi. «In questi giorni è stato ricordato, nel ventennale della sua scomparsa, lo storico dirigente Roberto Cocchi – scrive – una figura che rimpiango come persona e soprattutto come artefice di una impostazione sportivo-ludica della attività tennistica a Gradisca, che contava su centinaia fra soci e simpatizzanti. È questo sentimento di ricordo e rimpianto che mi spinge a esprimere grande rammarico per la situazione attuale del Tennis Club Gradisca, che ha oramai fermato la sua attività da oltre un anno. Cosa che Cocchi non avrebbe mai permesso».

Non è insomma passato inosservato ai cittadini lo stop nella realizzazione della nuova copertura dei campi da gioco di via dei Pioppi, opera pubblica che, peraltro, si inserisce in un contesto più ampio con tanto di rifacimento della clubhouse e di un’area benessere e svago, “cittadella” del benessere e dello sport a due passi dal centro. Un maxi intervento dal valore complessivo di oltre 500mila euro.

Ad ormai cinque anni dall’incendio doloso che nel 2013 ne distrusse la clubhouse, la riqualificazione degli impianti sportivi pareva ormai realtà, ma ha subito un brusco rallentamento che si protrae ormai da alcuni mesi. «Una situazione di agonia e autentico degrado. Di chi sono le responsabilità? Continuano a non pervenire notizie chiare nè dagli addetti comunali, nè dal direttivo attuale del tennis: noi ex soci non sappiamo neppure se esista la possibilità di riaffilarci un domani a una realtà sportiva in questo momento inesistente sotto ogni aspetto».

Sulla vicenda il sindaco Linda Tomasinsig non aveva certo nascosto, alla fine dell’anno, il suo stesso disappunto per le difficoltà a vedere riaperto il cantiere: «Sulla copertura del tennis ritengo che come amministratori abbiamo fatto tutto ciò che era di nostra competenza. I lavori sono appaltati ed in fase di esecuzione, ora rimangono da risolvere questioni squisitamente tecniche. Pertanto la palla è passata ai funzionari, che non mancheremo di sollecitare perché desideriamo chiudere al più presto e restituire al tennis club la struttura in modo che i soci possano riprendere l’attività senza ulteriori ritardi».

Di certo, l’istantanea non è delle migliori: «Quelli che erano campi da tennis sono diventati quasi dei praticelli con muschi ed erbacce che crescono – denuncia il lettore - il telone di copertura è stato appoggiato su un bancale all’interno della recinzione a disposizione delle intemperie e del freddo che lo irrigidisca per bene prima della prossima stesura al di sopra della struttura metallica di supporto». Giova indubbiamente fare un po’ d’ordine. Il cantiere ha subito una battuta d’arresto per ragioni sia tecniche, sia legali. Non ultimo, il decesso all’inizio dell’anno del progettista delle strutture, con successivo affidamento di un nuovo incarico professionale: il che ha inevitabilmente costretto a rivedere leggermente la tabella di marcia. Ma anche la ricerca dei materiali più consoni ha richiesto più tempo del previsto.

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