Terminal traghetti turchi, in bilico i 58 lavoratori della Ideal Service

Cinquantotto portuali con il fiato sospeso per il proprio posto di lavoro sullo sfondo di una nuova rivalità tra terminalisti triestini. Alla base di tutto una nuova organizzazione del lavoro al terminal dei traghetti turchi di Riva Traiana. Qui le operazioni di rizzaggio e derizzaggio a bordo (i semirimorchi vengono fissati con le rizze, cioé i cavi, per non ballare durante la traversata) e la conduzione dei mezzi a terra vengono svolti dalla cooperativa Ideal service. «Ma il contratto scade il 31 dicembre - spiega Marco Riboli, direttore di divisione di Ideal service - per cui a norma di legge abbiamo dovuto aprire la procedura di mobilità per tutti quanti. Lavorano in porto 62 nostri dipendenti: 4 al Silocaf e tutti gli altri sui traghetti turchi al terminal Samer. Ci è stato detto che per metà di loro il contratto sarà rinnovato, mentre l’altra metà verrà assorbita direttamente dalla Samer seaports&terminals, ma finora di tutto questo non c’è alcun atto concreto. La procedura di mobilità era un atto dovuto, con la speranza che nessuno rimanga in strada».
«La situazione è stata chiaramente illustrata già la primavera scorsa sia a Ideal service che all’Autorità portuale - replica Enrico Samer - una ventina di persone verranno assunte da noi per le operazioni di sbarco e imbarco, sarà invece rinnovato il contratto con Ideal service per quanto concerne rizzaggio e derizzaggio. Bisogna però attendere il 21 novembre allorché a Istanbul si riunirà il consiglio di amministrazione della Samer seaports&terminals che delibererà su questa nuova organizzazione del lavoro».
Riunione a Istanbul perché anche il terminal di Riva Traiana è ora controllato (con il 60% delle quote) dall’armatore cioé dalle società finanziarie della Mezzaluna, Actera group e Esas holding che possiedono per intero la flotta con i 12 traghetti e il terminal di Pendik presso Istanbul. I turchi hanno varato un forte piano di investimenti su Trieste e con 2 milioni di euro sono già stati acquistati 16 trattori portuali. Da qui la decisione di effettuare in-housing le operazioni di conduzione dei mezzi a terra. Sono pronti però altri 8 milioni per una nuova Piastra ferroviaria su cinque binari. Di questi, 5 verranno utilizzati per l’acquisto di due transtainer (carri-ponte in grado di sollevare i semitrailer e porli sui convogli ferroviari), 2 milioni e 100mila euro per la posa delle rotaie dei transtainer e 450mila euro per la manutenzione. A fronte di questo piano di investimenti, la Samer seaports&terminals ha ottenuto dall’Autorità portuale una concessione ventennale, avvallata anche dal Comitato portuale, rispetto alle attuali che scadono nel 2014 e nel 2016, oltre che di potersi ampliare su altri 15mila metri di spazio alla radice del Molo Quinto. La concessione però non è stata ancora firmata a causa del ricorso al Tar avanzato dalla Emt, la società terminalista di Francesco Parisi sul Molo Sesto secondo la quale la nuova Piastra della Samer ostacolerebbe le altre manovre ferroviarie. La causa nel merito verrà discussa mercoledì e finché non sarà resa nota la sentenza il progetto rimane congelato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








