Terremoto alla Minerva, via Ruchini

Terremoto ai vertici della Minerva. Adriano Ruchini non è più il presidente della cooperativa. Gli è subentrato quello che sino a ieri era il suo vice, Domingo Bianco. A deciderlo l’assemblea dei soci svoltasi lo scorso 25 luglio che ha designato nel consiglio d’amministrazione anche Paolo Zotti (diventato vicepresidente), Daniele Blasizza, Luisa Nobile e Daniela Sgubin.
I motivi di questa rivoluzione? Avremmo voluto scriverli chiaramente, senza sensazionalismi, con l’obiettivo di fare chiarezza e di dare un’informazione corretta al lettore. Per questo, confidavamo nella collaborazione dei diretti interessati ma ci siamo trovati di fronte (soprattutto quando abbiamo chiesto lumi allo stesso Ruchini) ad un muro invalicabile e assai poco comprensibile, fatto prima di smentite, poi di un no comment sancito da un comunicato di poche righe. Non solo. Ad un certo punto, si è messo addirittura in dubbio che c’era stato un avvicendamento ai vertici della cooperativa: avvicendamento, invece, che ha trovato conferme da varie fonti. Innanzitutto dall’azienda stessa. In primis quando, ieri mattina, abbiamo telefonato alla sede di via Trieste chiedendo di Ruchini e, molto gentilmente, una signorina ha risposto, testuali parole che «non è più il nostro legale rappresentante, non è più il nostro presidente». Il cronista ha, quindi, chiesto chi l’avesse sostituito ed è arrivata la conferma: «Il nuovo presidente è Domingo Bianco». Poi, nel tardo pomeriggio dopo un lungo “viavai” di telefonate, è arrivata una nota stringata della Minerva. «Sono con la presente in nome e per conto della società Minerva a comunicare che la società Minerva e Adriano Ruchini non rilasciano dichiarazioni alcune in merito a vicende societarie e che, nei prossimi giorni, verrà emesso comunicato congiunto. Qualsiasi altra dichiarazione informale assunta precedentemente è da considerarsi nulla». Una nota firmata da chi? Dal presidente... Domingo Bianco. Quindi, l’avvicendamento c’è stato!
Non è dato sapere i motivi che hanno portato all’allontanamento di Ruchini, in questi giorni impegnato per lavoro in Giordania. Fonti vicine alla cooperativa parlano di un «normale avvicendamento» e rivelano che Ruchini avrebbe espresso l’intenzione di occuparsi «d’altro». Ma non è stato possibile ottenere chiarimenti diretti e ufficiali dai diretti interessati i quali, così facendo, hanno contribuito inconsapevolmente a dare un alone di mistero ad una vicenda che, probabilmente, è di una linearità assoluta.
Reazioni? Ervino Nanut, presidente provinciale di ConfCooperative, era al corrente del terremoto e parla di «notizia clamorosa». «Mi auguro - aggiunge - che Minerva rientri nell’alveo delle centrali cooperative e spero che, anche a Gorizia, si possa instaurare una collaborazione visto che con Ruchini ogni rapporto era diventato impossibile».
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