Tesoreria del Comune Unicredit resiste contro Montepaschi

Tar, al gruppo il primo round sull’affidamento del servizio Niente sospensiva ma i giudici decideranno a maggio
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 01 06 04 - Panorama
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Il primo round è andato a Unicredit, cioè il detentore. Dell’appalto più che del titolo. Il risultato è che lo status quo - riguardante la gestione di entrate e uscite correnti del Comune - è garantito almeno fino a inizio estate quando, indicativamente, arriverà la sentenza sull’udienza di merito già fissata al 14 maggio. Va in ghiaccio fino a quella data insomma - con il giudice amministrativo che non ha ritenuto di dover sconfessare, quantomeno al momento, le scelte fatte dall’amministrazione Cosolini - la sfida tra giganti davanti al Tar di Trieste. Giganti perché questa è la causa tra Montepaschi e Unicredit, i due gruppi che si contendono il servizio di tesoreria del Comune di casa nostra, servizio che per legge dev’essere affidato dalla pubblica amministrazione a un soggetto esterno. Un bocconcino di certo “ino” ma pur sempre appetibile per le banche, specie di questi tempi evidentemente, se è vero che garantisce un conto corrente, sul quale passano incassi e pagamenti dell’ente di piazza Unità, dalla giacenza media superiore ai cento milioni di euro. Un bocconcino utile a ingrassare la cosiddetta raccolta finanziaria con cui un istituto attua i propri “impieghi”, a cominciare dai prestiti, in cambio del riconoscimento di un tasso d’interesse attivo su quella giacenza al Comune stesso in quanto prestatore, a sua volta, di denaro.

Con un’ordinanza depositata nei giorni scorsi, a proposito del primo round di cui si diceva, il Tar ha respinto l’istanza con cui l’avvocato Andrea Cabrini di Udine aveva chiesto per conto di Montepaschi la “sospensiva” ovvero l’annullamento immediato in via cautelare, in attesa dell’esame di merito, di una serie di documenti usciti a dicembre dal Municipio che avevano di fatto sancito la conferma a Unicredit per altri cinque anni del servizio di tesoreria appena scaduto, in particolare i verbali di gara redatti dagli uffici comunali contenenti uno l’esclusione di Mps dalla gara stessa e l’altro l’aggiudicazione dell’appalto proprio a Unicredit. Il gruppo toscano contesta per la cronaca direttamente l’esclusione preliminare che ha automaticamente fatto vincere la banca concorrente già titolare del servizio scaduto, esclusione che è ufficialmente avvenuta - come aveva già avuto modo di spiegare Vincenzo Di Maggio, il direttore del Servizio finanziario tributi e partecipazioni societarie di Palazzo Cheba, responsabile del procedimento in questione - per mancata accettazione «incondizionata» dello schema di convenzione allegato al bando di gara. È quanto ha sostenuto, tra le altre cose, l’avvocato Maria Serena Giraldi dell’Avvocatura comunale per conto dell’amministrazione Cosolini, costituitasi in giudizio come parte resistente, mentre Unicredit si è spinta oltre presentando a sua volta, per mano dell’avvocato Maurizio Franzoni di Brescia, anche un ricorso «incidentale» contro Mps. Il Tar, alla fine della recente camera di consiglio chiamata per esaminare la “sospensiva” di Montepaschi, ha «ritenuto che il danno lamentato» proprio da Mps «non sia grave e irreparabile nei tempi necessari alla decisione nel merito del ricorso». Morale: istanza cautelare «respinta». Il Comune va avanti su conto corrente Unicredit per lo meno fino a sentenza di merito d’inizio estate. Solo a quel punto, e solo qualora tale sentenza ribaltasse l’ordinanza di rigetto della “sospensiva”, dando invece ragione a Mps, l’amministrazione Cosolini dovrebbe dirottare il suo conto a Siena o, in alternativa, risarcire Montepaschi.

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