Tessile e alimentare è ormai quasi estinta l’industria goriziana

Erano i due settori trainanti oggi resistono solo poche aziende e almeno 155 persone sono rimaste disoccupate
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 26.07.2013 Presentazione stagione Teatro Verdi Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.07.2013 Presentazione stagione Teatro Verdi Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Tre grandi aziende scomparse in meno di due anni. Centoventicinque posti di lavoro bruciati. Che il settore tessile fosse stato spazzato via è risaputo. Nell’Isontino, negli ultimi anni, ha chiuso i battenti l’80% delle aziende. Ma anche il comparto alimentare, che pareva cavalcare le onde della crisi, si sta schiantando. In meno di due anni sono state cancellate tre aziende-simbolo di questo settore. Prima la Bertolini, poi la Wild, oggi la “Sweet”. Interessati complessivamente 125 dipendenti. Nel caso della Bertolini (60 operai) e della Wild (10) soltanto una manciata di ex dipendenti ha trovato una nuova occupazione («Ci hanno lasciato soli. Tutte le promesse di aiuto sono risultate vane»), nel caso della Sweet si sta lavorando per trovare un nuovo acquirente dell’azienda che possa salvare i 55 posti di lavoro, o almeno una parte di essi ma la strada è decisamente in salita.

I sindacati

«Se la crisi inizia a colpire il settore alimentare, significa che siamo arrivati al fondo del barile - sottolinea Michela Marson, segretaria della Fai-Cisl per Gorizia e Trieste -. Il fallimento della Sweet fa seguito alle dolorose chiusure, avvenute anch’esse per fallimento, della Bertolini e della Wild. La crisi sta davvero presentando un conto pesantissimo e a pagare il prezzo più alto sono le donne che sono quelle maggiormente impiegate in questo specifico settore». Oggi, fa una certa sensazione passare per la zona artigianale di Mossa. Del vecchio complesso produttivo Bertolini non resta più nulla. Tutto chiuso, un colpo d'occhio d'infinita tristezza e le erbacce che si stanno lentamente impadronendo dei piazzali, compreso quello del parcheggio dell'ex Eurospin. La crisi continua a mordere. E fa chiudere altre aziende in tutto l'Isontino. Ha conosciuto questo infausto destino la Wild di Mossa che si trova, per l'appunto, nel compendio ex Bertolini. Ed è la pemultima (l'ultima è la Sweet) vittima della serie. L'azienda dava lavoro ad una decina di persone che si sono ritrovate, di punto in bianco, in mezzo alla strada, senza più un'occupazione. «Effettivamente, il colpo d'occhio che regala quella zona è molto triste», aggiunge la sindacalista Michela Marson della Fai-Cisl.

Chi resiste

Ma ci sono anche aziende in questo comparto che lottano. «La Giulia sta lavorando molto bene: il fatto che sia in mano alla multinazionale Perfetti è una garanzia - aggiunge Marson -. Anche la Ciemme sta mantenendo l’organico nonostante tutti gli aumenti sulle accise e i provvedimenti presi contro la piaga dell’alcolismo. Un’altra grande azienda del comparto alimentare è la Witors: la maggior parte dei dipendenti sono a tempo determinato ma il volume del lavoro è costante. Peraltro, l’azienda sta facendo dei grossi investimenti». Conclude la segretaria di categoria della Cisl: «Questi sono gli aspetti positivi del comparto ma, francamente, non so se è il caso di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il fallimento Sweet è stato una durissima mazzata».

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