Test finiti, ecco le 5 farmaciste Concorso vinto da due sorelle

È un buon giorno per gli amanti dei preparati medicinali, per chi si affida a un professionista nella verifica della posologia, per chi è sempre alla ricerca di consigli sullo star bene e pure per chi è sostenitore del girl power: dopo 120 giorni di procedimento il Comune ha affisso alla bacheca dell’albo pretorio la graduatoria finale definitiva del bando di concorso pubblico per la copertura di cinque posti di farmacista. E le caselle vacanti saranno tutte coperte (a meno di rinunce) da donne di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Esperte dell’arte antica degli speziali che andranno, il prima possibile e quindi senz’altro da settembre, a lavorare nei due presidi di proprietà – e a gestione diretta – dell’ente: in via Aquileia e in via Crociera, entrambi nel rione di largo Isonzo. Contratto a tempo pieno e indeterminato.
Sette gli idonei della graduatoria – sei donne e un uomo – su otto ammessi all’ultima prova orale, superstiti ai due esami scritti. Alla linea di partenza, per il primo test, si erano presentati in 22, su complessivi 52 aspiranti camici bianchi comunali, anche dalla Sicilia e in un caso pure dalla vicina Slovenia. Tanti si erano iscritti, in modalità digitale, a questo bando, uno dei primi avviati in città dopo il lockdown, per la conquista di un posto a vita.
Dei sette, però, vincitori sono ora solo i primi cinque in graduatoria che stipuleranno il contratto nei prossimi giorni, previa accettazione. La prima classificata, con il punteggio quasi massimo (58/60), è la 35 enne Stefania Stagni, di Prosecco, che peraltro ha raggiunto l’obiettivo assieme alla sorella Eugenia, impostasi al terzo podio (54, 5/60). Contentezza doppia. In mezzo tra le due Caterina Di Cristina (55/60). Quindi Giovanna Murer (53/60) e Antonella Parasiliti Caprino (50, 5/60). A chiudere Emiliano Silvestri (45, 5/60) e Francesca Del Medico (44/60): dovesse per qualche motivo, una delle vincitrici, rifiutare l’incarico rientrerebbero in gioco.
L’amministrazione Cisint, la scorsa primavera, aveva indetto il bando per la necessità di riempire cinque posti nella pianta organica, al fine di dare gambe alla continuità di attività nelle sue due farmacie comunali, una delle quali inserita all’interno della casa albergo. Al primo esame, avvenuto alla sala di lettura della biblioteca, si richiedeva la redazione di un elaborato sulle varie fasi di un preparato galenico o magistrale, comprensivo di tariffazione ed etichettatura. Al secondo scritto, invece, la risoluzione di quesiti a risposta aperta su materie di legislazione farmaceutica, farmacologia e tossicologia. Accesso sbarrato all’orale: lo hanno potuto svolgere solo quanti avevano conseguito un risultato di almeno 21/30 su entrambi gli scritti.
Relativamente invece alla prova verbale si sono richieste pure nozioni di marketing: l’ente infatti puntava a reclutare personale in grado di promuovere in maniera professionale vari servizi della farmacia. L’ente ha fin qui potuto contare su un solo farmacista dipendente, infatti nel tempo il servizio è stato garantito con l’apporto di una serie di rapporti contrattuali, con collaborazioni determinate. Nell’ultimo triennio si erano registrati tre pensionamenti e una fuoriuscita volontaria, più due posti vacanti pregressi. E proprio la più brava, Stefania Stagni, ha lavorato, da precaria, già nella farmacia comunale 2, sicché per gli utenti il suo non sarà un volto proprio nuovo. Lo stesso vale per la sorella Eugenia, la cui collaborazione è stata prorogata con determina dirigenziale dello scorso 26 maggio fino al 4 settembre alla Farmacia comunale 1. Ma in passato anche Murer e Di Cristina hanno operato nei presidi comunali. Dunque ciascun negozio potrà ora contare su tre camici bianchi, con un dipendente a coprire il turno notturno.
Tra i requisiti richiesti nel concorso, la laurea magistrale in Farmacia e farmacia industriale o titolo di laurea equiparato (laurea specialistica o diploma di laurea del vecchio ordinamento). Mentre per i titoli di studio conseguiti all’estero si pretendeva la dichiarazione di equipollenza dall’Ufficio scolastico provinciale o il decreto di riconoscimento di equivalenza ai sensi del dl 165/2001. Quindi l’abilitazione all’esercizio della professione. –
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