Test per l’osteoporosi creato da un’azienda gestita da madre e figlia

Nuove collaborazioni per progetti di ricerca, di cui una con il Cro di Aviano e una con il Burlo Garofolo, e la diffusione del kit diagnostico in un numero sempre maggiore di città del nord e centro Italia. Sta facendo passi da gigante M2test, spin-off dell’Università di Trieste nata nell’ottobre 2016 e incubata in Area Science Park. In poco più di due anni questa startup tutta al femminile, creata da madre e figlia per rivoluzionare la diagnosi dell’osteoporosi, è riuscita a far conoscere e apprezzare Bestest, l’innovativo test che ha ideato per la valutazione della fragilità dell’osso, in due delle principali strutture di cura e ricerca della regione e in numerosi centri medici della penisola. Ne abbiamo parlato con Francesca Cosmi, docente universitaria di progettazione meccanica e fondatrice di M2test insieme alla figlia Alessandra Nicolosi, laureata in farmacia.
«L’osteoporosi, che in Italia colpisce più di 4 milioni di donne e un milione di uomini, è una malattia multifattoriale, come una storia scritta su diverse pagine. Il solo esame densitometrico, cui di solito ci si limita per fare una diagnosi, consente di conoscerne soltanto una pagina: fornisce infatti una valutazione del contenuto minerale dell’osso, ma non è sufficiente per valutarne la capacità di carico, che è influenzata dalla struttura ossea. Oggi la maggior parte delle fratture avviene in persone considerate a basso rischio: combinando la densitometria con l’analisi tramite Bestest si ottiene un quadro decisamente più accurato».
Bestest infatti è l’unico metodo attualmente disponibile in Italia in grado di analizzare le proprietà meccaniche della micro-struttura interna dell'osso partendo da un'immagine radiografica, simulando l'applicazione di carichi sulla biopsia virtuale ottenuta. «Bestest può essere particolarmente utile per diagnosticare il rischio di frattura in malati oncologici, perché alcune terapie antitumorali vanno a indebolire proprio l’aspetto strutturale dell’osso - spiega Cosmi -. Per questa ragione abbiamo avviato una collaborazione con la Struttura di oncologia medica e prevenzione oncologica del Cro di Aviano diretta da Fabio Puglisi: con la dottoressa Silvana Saracchini abbiamo concluso di recente uno studio preliminare che ha dato risultati incoraggianti e ci ha convinto ad avviarne uno più ampio per le applicazioni di Bestest in oncologia che ha nell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano il suo capofila». Un altro progetto di ricerca è iniziato con la dottoressa Natalia Maximova, del Burlo Garofalo, su un caso di osteopetrosi autosomica recessiva (Aro), una malattia genetica su cui attualmente si interviene con il trapianto di midollo osseo: «Si tratta di un gruppo di disturbi scheletrici ereditari rari, caratterizzati da un marcato aumento della massa e un'elevata fragilità ossea. Con un approccio innovativo, che ha combinato analisi 3D e Bestest, abbiamo ottenuto una descrizione estesa delle anomalie ancora presenti nella struttura ossea di un giovane paziente con Aro diversi anni dopo il trapianto. Sono risultati che confermano l’alterazione della struttura ossea nonostante la densità sia rientrata nella norma». Oltre ai progetti di ricerca seguiti da Cosmi, la startup punta anche all’incremento del numero di centri medici dove si può effettuare il Bestest: «Attualmente siamo presenti, oltre che a Trieste, Udine, Pordenone, anche a Vicenza e a Milano. Siamo in fase di lancio a Firenze, Olbia, Genova e Trento - racconta Nicolosi, a.d. della startup - e l’obiettivo che ci poniamo per quest’anno è di espanderci nelle principali città di tutto il territorio italiano». —
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