Tombe e sculture restaurate al cimitero serbo-ortodosso

Ha cominciato la campagna di restauro cinque anni orsono, quando correva il 2016: la Comunità serbo-ortodossa ha compreso che mettere in sicurezza le antiche tombe del cimitero di San Giorgio non avrebbe significato solo un esercizio di pietas, ma sarebbe stato un segnale forte nella tutela del sentimento religioso, dell’arte e della cultura legati a una plurisecolare presenza a Trieste.
La mostra al castello di San Giusto, allestita nell’estate 2009, ha accelerato le consapevolezze in questo senso e poco dopo le vecchie pietre cimiteriali, come nel testo di Marius Schneider, hanno gradualmente ripreso a cantare. La gran parte dell’opera di restyling è stata condotta da Giovanna Nevyjel, che si avvale della collaborazione di Stefano Comelli. La loro attività ha la Soprintendenza come necessario interlocutore.
Un assolato mezzogiorno avvolge il cimitero serbo-ortodosso, che si trova in via della Pace in prossimità di quello greco-orientale e di quello israelita. In questo momento la Nevyjel sta lavorando alla tomba Nicolic-Raiovic, sul muro perimetrale a sinistra entrando nel camposanto. Dalla città giunge Dragana Bogdanovic, segretario della Comunità, che spiega i criteri con cui si individuano le priorità di intervento: «Scegliamo le più ammalorate e quelle di maggiore rilievo storico-artistico. Si tenga presente che quasi tutte le famiglie sono estinte e quindi l’azione di recupero è interamente svolta dalla Comunità». Si procede per lotti. Una prima fase è stata completata con un investimento di circa 50 mila euro, presto si passerà alla seconda. Del primo lotto fa parte la tomba della famiglia Kovacevic, una delle più sontuose, sulla quale spicca l’Angelo della Resurrezione opera del milanese Emilio Bisi, cui si deve l’apparato scultoreo di nove figure sulla facciata della chiesa di San Spiridione. Un’altra importante sepoltura, che ha finalmente ritrovato il pristino nitore dopo le cure di Giovanna Nevyjel, conserva le spoglie dei Popovic: ci lavorò il veneziano Francesco Bosa, specialista del genere cimiteriale. Prossimo appuntamento con i Krekic. Il secondo lotto dovrebbe inaugurarsi con la tomba Vukasovic.
Il trattamento della Nevyjel, di recente all’opera sulla Fontana dei quattro continenti in piazza Unità, si riassume in una triplice sequenza: «Pulitura, consolidamento, protezione». Il lavoro non manca: le sepolture sono di pregevole fattura, talvolta di proporzioni monumentali, come quelle Haggincosta, Raicevic, Ivancovic. «Armatori, mercanti, benefattori, presidenti della Comunità – riassume Bogdanovic – sono qui sepolti, a testimoniare il prestigio economico-sociale raggiunto dai serbi a Trieste, soprattutto nell’Ottocento». In verità il cimitero di San Giorgio sorse alla metà del XIX secolo, quando le tombe dei serbi, in precedenza collocate nella zona di Barriera vecchia, vennero trasferite nel sito.
Fervono i lavori anche nel vicino camposanto della Comunità greco-orientale, soprattutto sul muro di contenimento a valle, proprio dove insiste la piramide degli Economo, che accolse le spoglie dello scrittore francese Paul Morand. Un vecchio problema in via di soluzione attraverso un finanziamento regionale di 430 mila euro. Si procederà inoltre al restauro di monumenti funebri e alla canalizzazione delle acque. Partecipano all’attività di recupero Artema, Pertot, Opera Est, Eu.co.re. —
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