Torna a suonare l’organo di Panzano

Investiti 50mila euro alla Marcelliana per ridare voce alle antiche canne. Domenica festa con concerto
Di Ciro Vitiello

MONFALCONE. Dopo il Duomo di Sant'Ambrogio, anche al Santuario della Beata Vergine Marcelliana è stato completato dopo diversi mesi di lavoro il restauro dell'organo a canne costruito nel lontano 1931 dalla ditta Beniamino Zanin e Figli di Camino al Tagliamento, in provincia di Udine. E domenica 28 maggio ci sarà grande festa alle 20.30, per il solenne rito della "benedizione" da parte del parroco del Duomo, don Fulvio Ostroman, di un altro gioiello, che si aggiunge al patrimonio dell'arte organaria di Monfalcone. ll costo è stato di circa 43.000 euro, coperto grazie ai contributi della Conferenza Episcopale Italiana, con i fondi dell'8 per mille del settore Beni culturali e agli interventi della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Attraverso una donazione per ulteriori 5.000 euro è stato inoltre possibile effettuare un ampliamento del registro Fagotto 16 al pedale.

Dopo la cerimonia è previsto un concerto di punta dell'organista del Duomo, Massimo Mauro, che proporrà l'ascolto di brani di compositori contemporanei per far apprezzare a tutti le grandi potenzialità espressive dello strumento riportato allo splendore di un tempo. Ecco il programma della serata: Gezang 299 melodia, My Heart's in the Highlands di Arvo Part, Aria con Variazioni di Giovan Battista Martini, O Jesu amantissime di Couperin, Reprise di Paul Manz, Vater Unser di Arvo Part, How Great Your Art di Dan Miller e Alleluia dal "Messia" di Haendel. Al concerto parteciperanno i cori della Beata Vergine Marcelliana e la Corale Sant'Ambrogio, con la direttrice Franca Zanolla. Ci saranno anche i cantanti lirici Piero Politti (controtenore) e Cristina Allegra (soprano).

L'organista Massimo Mauro, studioso dello strumento, è anche autore di una minuziosa ricerca sull'organo del Santuario della Marcelliana. Lo strumento fu costruito dalla ditta Beniamino Zanin, la più antica in Italia per discendenza diretta, fondata nel 1827 dal capostipite Valentino, proseguita con i figli Francesco e Giuseppe, i quali nel 1958 si sono separati dando origine alle attuali ditte “cugine”: “Cav. Giuseppe Zanin e Figlio di Franz Zanin” nella sede storica di Camino, ora diventata “Zanin Organi di Zanin Andrea”, e “Cav. Francesco Zanin di Gustavo Zanin” nella vicina Codroipo.

In questa occasione, le due ditte hanno collaborato per la piena riuscita del restauro. «L'organo - spiega Mauro - venne realizzato nel periodo della riforma ceciliana già in atto da alcuni decenni, la quale, accanto al rinnovato interesse per il canto gregoriano e l'antica polifonia sacra, propugnò anche la produzione di una tipologia di organo al cui attributo liturgico"che lo accompagnava sarebbe meglio riferibile quello di tardo-romantico per l'acquisizione di nuove sonorità». «Nello stesso periodo della sua costruzione - aggiunge - ci fu la prima Adunanza organistica italiana promossa a Trento nel 1930 da Raffaele Manari e da colui che fu il padre dell'organologia italiana, Renato Lunelli, dove fu ribadita la necessità di conservare il carattere tradizionale all'organo italiano con le sue peculiarità».

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