Torna il cavallo tra le viti del Collio

A introdurlo nella lavorazione di tre ettari di uve Pignolo è l’azienda Jermann di Ruttars

DOLEGNA. I cavalli tornano a lavorare nei campi. O meglio nei vigneti del Collio. Mirko e Tabor, due cavalli da tiro pesante, sfaticano da qualche anno tra i filari dei vigneti della tenuta Jerman, a Ruttars. Sono stati il titolare dell’azienda, Silvio Jerman, e il direttore dell’azienda Edi Clementin, a introdurre il cavallo nella lavorazione di una parte dei suoi vigneti. L’idea è maturata dopo un viaggio di lavoro effettuato in Francia, nella regione della Borgogna, dove in alcune realtà vitivinicole si lavora ancora con il cavallo.

Il primo ad arrivare nell’azienda di Ruttars fu Mirko, seguito poi da Tabor, che lavorano tre ettari di vigneto coltivati a Pignolo. «Ma dal prossimo anno - dice Clementin - pensiamo di aggiungere altri due ettari coltivati a Chardonnay». Seguiti dall’agronomo Stefano Amadeo, i cavalli eseguono lavori come erpicatura del terreno, aratura con monovomere per incalzare o scalzare la terra ai piedi delle viti, sfalciano l’erba tra i filari, trainano il carro con il compost destinato a concimare il terreno e, infine, durante la vendemmia trasportano le cassette colme di uva.

Certamente quello della lavorazione con l’utilizzo dei cavalli è un’agricoltura di nicchia: si possono gestire pochi ettari di terreno perchè richiede dedizione, passione e spirito di adattamento. Un’agricoltura di nicchia che rispetta l’ambiente, se non altro perchè non è possibile con i cavalli effettuare i trattamenti antiparassitari con sostanze di zolfo e rame proprio per evitare malanni agli animali. Ma questo comporta anche dei benefici all’ambiente sebbene questo tipo di lavorazione necessita una gestione diversa da quella in cui si utilizzano le macchine agricole.

Quello che hanno messo in piedi gli Jermann è una sorta di laboratorio sperimentale che al momento, stando a quando afferma l’agronomo Amadeo, sta dando buoni risultati nel vigneto del Pignolo tanto che in tutta l’azienda è stato abbandonata la pratica del diserbo mentre nella gestione dei trattamenti vengono utilizzati prodotti naturali per aiutare la vite a resistere agli attacchi dei vari parassiti.

Gli Jermann mettono radici in Friuli venezia Giulia nel 1881. Il fondatore, Anton, veniva dalla regionale vinicola del Burgeland e dopo un passaggio in Slovenia si stabilisce nell’Isontino, allora chiamato Friuli austriaco. Qui continua la sua attività che grazie al figlio Silvio negli anni Settanta dà una svolta epocale, portando l’azienda ai vertici italiani e mondiali del vino.

Oggi la proprietà Jermann si estende su 130 ettari di vigneto tra la tenuta di Villanova di Farra e quella di Ruttars, dove dal 2007 si trova la cantina realizzata secondo le più moderne tecnologie .

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