Torna in auge il dissociatore molecolare

La proposta di Ribaudo (Mir): «Soltanto in questa maniera Pecol dei Lupi può diventare produttiva»

«Perché non utilizzare i rifiuti di Pecol dei Lupi per qualcosa di produttivo ed investire in progetti ed opere ecostostenibili a sicuro ritorno economico?».

È la proposta che arriva dal segretario provinciale del Mir Ettore Ribaudo dopo le recenti notizie relative alla discarica cormonese. Ribaudo vede insomma una possibilità di vantaggio dal recupero dell'area di Pecol. «In Italia annualmente si producono oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e il problema della loro gestione, già oggi particolarmente grave in alcune zone del Paese, è destinato a peggiorare per la necessità di chiudere parte delle discariche - è il suo incipit -. L’obiettivo, perciò, dovrebbe essere quello di ridurre drasticamente i quantitativi avviati in discarica, incrementando parallelamente il recupero di materia ed energia così come avviene in molti Paesi europei. Il recupero energetico da rifiuti è indicato come necessario dalla normativa europea e nazionale, ai fini dell’attuazione di un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti, in quanto consente il risparmio di combustibili fossili e riduce il quantitativo da avviare in discarica; nessun preconcetto quindi a degli investimenti in tecnologie nuove e pulite che permettano di trasformare una discarica in una fonte energetica da utilizzare per le famiglie o le imprese». Secondo Ribauudo non c’è alcuna contraddizione tra investimenti nelle tecnologie pulite e crescita economica: «Non dobbiamo avere paura del futuro e non dobbiamo rimanere imprigionati nel passato - aggiunge -: nessuno dubita che la dipendenza dal petrolio mini la nostra sicurezza interna, e nessuno dubita che le emissioni di CO2 stiano mettendo il mondo a rischio. E non c’è nemmeno alcun dubbio sul numero di posti di lavoro e sulla ricchezza che nasceranno nel 21esimo secolo da tecnologie ed energie pulite. L’ideale è individuare quelle soluzioni possibili che producano i minori oneri ed i maggiori vantaggi, per questo mi pare essenziale, per trattare i rifiuti sia le discariche, l’introduzione di questi impianti che realizzano la dissociazione molecolare ad elevatissima temperatura che, operando in camera stagna e in assenza di combustione, garantiscano contro le emissioni di fumi in atmosfera ed il riuso delle scorie rese inerti dalla loro vetrificazione; per verificare quanto sostenuto si può visitare l’impianto di Monaco di Baviera. Attraverso questo sistema si riesce a trasformare in gas il 99,96% dei materiali organici: va da se, che pur potendo trattare qualsiasi tipo di rifiuto maggiore è la quantità di gas ed energia ottenuti. E il gas prodotto potrebbe essere utilizzato per le nostre imprese e famiglie oppure essere utilizzato per il riscaldamento». Da qui l'invito alle autorità di competenza: «Isa e la Conferenza dei Servizi diano il proprio contributo, mettendo in cantiere subito un impianto di gassificazione dei rifiuti, naturalmente ad emissione zero, anche se di ridotte dimensioni, per trattare residui eccedenti, rifiuti speciali o monocomponenti. Una simile iniziativa potrebbe essere una risposta significativa».

Matteo Femia

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