Tornerà a vivere l’ex albergo asburgico della baia di Sistiana

DUINO AURISINA. Quella di far rivere i luoghi dismessi potrebbe diventare una scommessa da ripetere in tempi tutto sommato brevi, forse appena due anni, per la proprietà della Baia di Sistiana. Ormai alle spalle l'operazione “allagamento” della darsena di Portopiccolo, tra gli addetti ai lavori si delineano già i nuovi orizzonti da conseguire.
E se il braccio organizzativo è ora tutto proiettato sull'evento, che si annuncia ancor più spettacolare, dell'inaugurazione del borgo turistico nell'ultimo sabato di giugno, la mente pianifica invece la prossima sfida da concretizzare, che potrebbe essere il recupero dell'ex hotel asburgico, da oltre mezzo secolo in stato di abbandono.
Lo conferma l'ad di Sviluppo turistico Sistiana mare Massimo Suppancig: «Inizieremo a concentrarci su quell'intervento – afferma - quando avremo avviato Portopiccolo, i tempi per ora non sono ancora maturi, ma l'intenzione è confermata. Penso ci vorrà un biennio. Se riusciamo a far partire in due anni quel recupero saremo tutti molto felici». Le potenzialità ci sono, le criticità pure. L’edificio in stile liberty risulta vincolato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, che ne impone il mantenimento della facciata e della struttura frontale, vale a dire quella esposta al mare che s’intravede sul lato destro dell’ingresso al Parco della Caravella
«Il nostro obbiettivo – chiarisce Suppancig – è mantenere la bellezza di ciò che già c'è. Personalmente, come triestino, sono abbastanza fiero di quanto è stato fatto con Portopiccolo, perché ricordo ciò che c'era prima, cioè la cava dismessa, e dunque la sua riqualificazione unita alla volontà di riportare il Carso e il suo verde lì dove era scomparso, mi paiono una cosa bellissima. Per quanto riguarda l'area della Caravella – prosegue – è nostra intenzione mantenerne il fascino selvaggio, in aderenza con la creazione di un polo per gli sport acquatici e i divertimenti. In questo contesto il recupero dell'ex albergo s'inserisce in un indirizzo chiaro: recuperare l'esistente, ricostruire l'immobile com'era, mantenendone le fine architettura, le finiture, i glicini secolari. L'accoppiamento in un ambiente selvaggio con una struttura di alto livello è il nostro sogno per il futuro. L'immersione nella natura e la fruizione di un albergo diverso dagli standard, inserito in una baia immacolata – conclude Suppancig –, un po' come Saint-Tropez, è il modello da perseguire. In barca un turista potrà venire qui e farsi un giro del golfo arrivando fino a punta Sdobba, oppure prendere la pagaia e andare a osservare dal mare le falesie di Duino. Apriamo dunque tutto quello che abbiamo e facciamo in modo che la gente possa vedere questo posto splendido».
Costruito probabilmente su commissione dell'allora principe della Torre e Tasso tra 1906 ed il 1909, l'ex hotel asburgico fu realizzato su cinque livelli, con struttura portante in mattoni pieni e solai prevalentemente in legno. L'accesso era stato concepito da nord per lasciare il fronte mare libero alla disposizione delle stanze. Le camere di maggior pregio stavano nelle torri laterali.
Tiziana Carpinelli
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