«Torviscosa non spezzi l’Unione»

SAN GIORGIO DI NOGARO. «L’amministrazione di Torviscosa è ancora in tempo per ripensare la decisione di sciogliere l’Unione: sediamoci attorno a un tavolo e verifichiamo ciò che non ha funzionato e come si può fare per migliorare la nostra azione.
Le decisioni affrettate non portano da nessuna parte anzi non aiutano a comprendere quale può essere la via maestra». Pietro Del Frate, sindaco di San Giorgio, lancia al sua proposta al collega Roberto Fasan che domani porterà in Consiglio comunale la proposta di rescindere l’Unione con San Giorgio. «La volontà dell’amministrazione comunale di Torviscosa di sciogliere in forma unilaterale l’Unione dei due comuni, mi è stata comunicata venerdì 21 dal sindaco Fasan al telefono, senza alcun cenno sulle motivazioni. Per la verità, qualche sentore si era percepito con le due interrogazioni al presidente dell’Unione del vicesindaco Settimo Mareno, anche se a marzo 2013, di comune accordo, avevamo prorogato la scadenza naturale al 31 dicembre 2015: un anno e mezzo dopo quella prevista dallo statuto del 13 febbraio 2014. Meraviglia e stupore, oltre ad amarezza, per le conseguenze che si verificheranno per le casse comunali dei due comuni e per le opportunità della nuova legge Regionale di riordino degli enti locali». «In questi sei anni di collaborazione - continua il sindaco - si sono messi in rete molti servizi comuni, il lavoro del personale è stato proficuo. Molte sono le cose che abbiamo condiviso, sia con la giunta Duz che con l’amministrazione Fasan. Non c’è mai stata da parte nostra volontà di prevaricazione e neppure di ostacolare le naturali scelte della giunta di Torviscosa».
«Se oggi si decide di percorrere un’altra strada - continua - si deve avere la consapevolezza dei danni economici che si provocano alle nostre comunità: solo per il 2015 ci saranno minori trasferimenti dalla Regione per 251 mila euro: 175.700 per San Giorgio e 73.300 per Torviscosa, oltre a dover scaricare sui bilanci comunali i mutui assunti per le opere dell’Unione, con il rischio di non riuscire a stare dentro il patto di stabilità e quindi scaricare maggiori oneri sulla tassazione dei nostri cittadini. È probabile che la riforma ci costringerà comunque a confrontarci in un unico contenitore, sia dal punto di vista della programmazione urbanistica che anche per altri argomenti vitali per le nostre comunità, ed allora mi chiedo perchè questo passo unilaterale?». «Noi sindaci - chiude il primo cittadino - abbiamo condiviso la realizzazione del secondo accesso con la sottoscrizione di un protocollo sottoposto a referendum che ha visto a Torviscosa 254 cittadini favorevoli e 94 contrari, e a San Giorgio, ha dato parere favorevole l’85% dei partecipanti».
Francesca Artico
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