Torviscosa punta sul rilancio del teatro

TORVISCOSA. Il Comune chiede 200mila euro alla Regione per rilanciare Torviscosa partendo dal teatro, colosso fascista all’entrata del paese–fabbrica dove vorrebbe trasferire il Centro di aggregazione giovanile. A fianco del Ristoro (che ospita il bar Circolo gestito da Marinella Gaspardis), il teatro incornicia piazzale Marinotti all’ingresso degli stabilimenti Snia, sulla destra appena passato il cavalcavia. Abbandonato da 34 anni, dalla sua facciata nemmeno si direbbero le condizioni in cui versa all’interno, grazie anche alla ristrutturazione del tetto e degli infissi, avvenuta a fine anni Novanta. Il sopralluogo condotto ieri mattina dall’assessore Alex Bressan è invece bastato a far capire che per rimetterlo a posto servirebbero come minimo 2-3 milioni. Fondi che solo l’Europa potrebbe garantire. Agli imponenti lavori di ristrutturazione dovrebbe poi seguire un cartellone di tutto rispetto: quello che un tempo era fra i maggiori teatri del Friuli, ora dovrebbe battere la concorrenza regionale e quella del vicino Pasolini di Cervignano.
Se tutto non si può fare subito, allora cominciamo da una parte. Quale? L’ala sinistra del teatro, speculare al supermercato Coop, che per essersi insediato all’interno del teatro, pare venne criticato perfino da Sgarbi. E se ristrutturare l’intero teatro è un’operazione troppo imponente, bisogna pur cominciare. Questo il ragionamento dell’attuale amministrazione comunale, nel chiedere all’assessore regionale Roberto Molinaro 200mila euro di contributi per sistemare l’ala sinistra della struttura. Anche perché «per rilanciare Torviscosa bisogna pensare al paese - dice l’assessore Bressan -. Pensando di risolvere il problema fabbrica hanno sempre pensato di risolvere il problema del paese, invece non è più così da molto tempo. I fondi servirebbero per un restyling generale dell’ala, dove vorremmo trasferire il Centro di aggregazione giovanile, oggi ospitato in spazi non idonei». In quest’ottica, starebbe anche nella mancanza di investimenti rivolti esclusivamente al paese, l’origine della nuova ondata di emigrazione, su cui Fabrizio Gatti ha concentrato la sua recente inchiesta, pubblicata su l’Espresso. Inchiesta che ieri ha attratto a Torviscosa la troupe televisiva de “La vita in diretta”, andata in onda nel pomeriggio su Rai 1. «Ricominciare dal paese – riprende Bressan – vuol dire cominciare a mettere mano sugli edifici ex Snia poi diventati pubblici ma rimasti abbandonati». Il teatro, costruito dal progettista Giuseppe De Min e pagato dalla Snia, veniva usato per il dopolavoro e fu dismesso nel 1978, insieme alle altre strutture sociali (le piscine e la mensa), la cui gestione era diventata troppo onerosa per la fabbrica. Nell’elenco anche il Centro di informazione e documentazione (Cid) voluto nel 1961 da Marinotti, per la cui ristrutturazione il Comune ha appena ottenuto 816mila euro dall’Unione europea.
Elena Placitelli
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