Tradizioni rivisitate e tuffi negli anni Ottanta Ecco i menù di Bistrò 51

Il panino cotto, senape e kren diventa una zuppetta tiepida di pane con mousse di prosciutto “cotto in crosta”, crema di kren e una cialda alla senape. Ha interpretato così un piatto tradizionale della cucina triestina lo chef Andrea Caporizzi, da qualche giorno dietro ai fornelli di “Bistrò 51”, il nuovo locale in via Crispi 51/a avviato dal giovane Erik Pastore.

Oltre a reinterpretare pietanze di un tempo e contemporanee il nuovo ristorante dietro al Rossetti racconta un’altra novità: tutto viene cotto a bassa temperatura «per mantenere morbidezze e sapori altrimenti inarrivabili», spiega lo chef. Pastore, che ha gestito già in passato un altro locale e ha lanciato a Trieste un portale per fare la spesa online, si è affidato a Caporizzi che ha dato vita a un menù “triplo”. Divenuto cuoco dopo essere stato per anni manager in una multinazionale, porta nel ristorante, aperto per cena e drink anche dopo teatro, un ricco bagaglio. Tra le sue esperienze compaiono “Adonis”, ristorante libanese mediorientale, e “Colja”, a Samatorza. Tre temi dunque caratterizzano il menù di Bistrò 51 - “Contemporaneità”, “Anni 80”, “Bora al contrario” -, ognuno dei quali raccoglie una serie di piatti da incrociare per trovare il proprio percorso ideale.

Alla cucina, dove lavora anche Ivette, si affianca Dennis Metz, già vincitore del titolo “Miglior sommelier d’Italia 2012 Ais”, che porterà a tavola vini per il 90% del territorio. In sala a servire invece c'è Jelena.

Da Bistrò 51, con quaranta coperti circa, in un ambiente in stile moderno, si può degustare l’oca affumicata. O la carne cruda spagnola “rubia gallega”, condita solo con l'olio FiorRosso di San Dorligo della Valle e il sale inglese di Maldon. Segue, ad esempio, una pasta Senatore Cappelli bio “sbagliata ma fighetta”: un’amatriciana con la cipolla una cottura particolare. Da segnalare l’enorme bistecca Tomahawk spagnola. Gli anni ’80 passano dal cocktail di gamberi alla tartare alla francese. In “Bora al contrario” infine si riscoprono salame all’aceto, jota (anche per vegetariani), gulash e stinco. I prezzi? I piatti variano dagli 8 ai 13 euro (il menù cambia ogni stagione), eccezion fatta per la tagliata di carne, sempre “rubia gallega”, che costa 19 euro e si accompagna con flan al Parmigiano e pesto di rucola. —

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