Tragedia di Pisa, l'Aeronautica: "Bruno era il migliore dei nostri istruttori"

Il padre Silvano Cavezzana ieri a Pisa ha incontrato il ministro La Russa: "Il volo la sua grande passione". L’abbraccio con la nuora e la nipotina
«Bruno sognava di volare fin da bambino. E’ stata la sua passione, il suo desiderio appagato...»

Silvano Cavezzana, il padre del maggiore pilota morto lunedì nell’incidente del C130 a Pisa, ha ripetuto più volte queste parole. Lo ha fatto rivendicando con orgoglio la scelta del figlio mentre rispondeva al ministro della Difesa Ignazio La Russa che lo aveva accolto all’aeroporto di Pisa. «Bruno sognava di volare. E’ stata la sua passione...» Poi lo ha riaffermato con gli ufficiali che cercavano di manifestare il loro cordoglio ancghe agli altri familiari delle cinque vittime dello schianto. Occhiali scuri per proteggere i sentimenti che lo sguardo fa trapelare, i fazzoletti stretti nel pugno, la rigidità formale del protocollo, gli abbracci contenuti, le mani che stringono, le parole che fanno fatica ad esprimere tutto ciò che c’è nel cuore. «Sognava di volare, era il suo desiderio...»


Alle otto di ieri mattina il padre dell’ufficiale precipitato col suo C130 ha lasciato assieme alla moglie Giovanna l’abitazione di via dell’Eremo. Una vettura dei carabinieri li ha accompagnati fino a Ronchi. Lì sono saliti su un aereo militare che 40 minuti più tardi è atterrato a Pisa, sulla stessa pista dove lunedì il maggiore Bruno Cavezzana era decollato per il volo di addestramento finito in tragedia.


Altri due aerei con i familiari delle altre vittime dello schianto alla stessa ora si sono alzati in volo da Napoli e Venezia. «Viaggi del dolore» per Pisa.


L’aereo con i genitori di Bruno Cavezzana ha rullato sulla pista e si è fermato a poca distanza da un picchetto di avieri in armi. Qui le mani del ministro della Difesa Ignazio La Russa hanno stretto quelle dei congiunti delle vittime. «Un simbolico abbraccio mio e vostro alle famiglie di quei ragazzi, di questi uomini che adesso sono insieme agli altri Caduti delle Forze armate: sono nella nostra memoria, sono con noi. Presenti». Attoniti e sgomenti i genitori di Bruno hanno abbracciato la nuora Sabrina, la piccola Emma che ha solo un anno e mezzo e i consuoceri. Poi sono stati avvicinati da altri ufficiali e dagli psicologi che l’Aeronautica ha voluto mettere loro accanto per cercare di arginare il loro indicibile dolore.


Bruno Cavezzana abitava in una villetta, a Ponsacco, un piccolo paese a pochi chilometri da Pisa. Davanti a casa un vasto giardino dove il pilota giocava con la sua bambina. Ieri nel pomeriggio la famiglia si è riunita lì. Le tende alle finestre erano abbassate e solo per un istante si è aperta la porta d’ingresso. I cronisti in attesa hanno visto la mamma del pilota: aveva in braccio la piccola Emma. «Era uno dei migliori istruttori che abbia mai conosciuto», dice il collega Daniele Gaboli. «Il nostro è un lavoro pericoloso ma vale la pena farlo. Bruno lo sapeva...».

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