«Traliccio legittimo» Il Comune battuto sul caso di Chiampore

Per il Consiglio di Stato il silenzio-assenso di piazza Marconi è stato decisivo ma l’assessore Longo annuncia nuove azioni
Di Riccardo Tosques
Paolo Giovannini, Trieste 02/11/2011, Muggia antenne a Chiampore.
Paolo Giovannini, Trieste 02/11/2011, Muggia antenne a Chiampore.

MUGGIA. Il "silenzio assenso" del Comune rende legittimo il traliccio della Dcp di Chiampore. Con la sentenza n. 2761/2014 il Consiglio di Stato ha dunque respinto il ricorso del Comune di Muggia per quanto riguarda il manufatto di Chiampore. «Soldi pubblici sperperati e problema non risolto: l'assessore Longo deve dimettersi», tuona il consigliere comunale del Pdl-Ncd Christian Gretti. «È una sconfitta solo parziale, perché ora si aprono nuovi scenari per il futuro», replica il Municipio.

Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ha dato dunque ragione agli interessi dei privati ai danni del volere dei cittadini. Il traliccio della Dcp - oltre 30 metri di costruzione – posto a un centinaio di metri dalle case, vicino a San Floriano Ligon, non è da considerarsi, secondo la legge, abusivo.

Il Comune si era opposto a partire dal 2011 con due diffide alla Dcp di Povegliano (Tv), seguite da una ordinanza in cui si metteva per iscritto che «la Dcp non può vantare alcuna autorizzazione o atto di assenso, con conseguente insussistenza dei presupposti volti a legittimare l'avvio dei lavori» del tralicci. L'atto di sospensione temporanea dei lavori fu impugnato dalla Dcp di fronte al Tar Fvg: prima vittoria dei trevigiani. Da qui il ricorso del Comune al Consiglio di Stato: seconda vittoria della ditta veneta.

E veniamo alle reazioni. «L'assessore Longo deve dimettersi perché sta facendo perdere dei soldi alla comunità di Muggia. Che piaccia o no l'antenna della Dcp aveva ottenuto una valutazione positiva anche da parte dell'Arpa dal punto di vista della salute. Fare ricorsi non risolve i problemi».

Christian Gretti, consigliere comunale del Pdl-Udc, boccia a pieni voti la decisione del Comune, fortemente voluta dall'assessore all'Ambiente Fabio Longo, di aver fatto ricorso. «Il Comune avrà speso circa 20 mila euro. Questa è l'ennesima sconfitta di Longo. Ora vediamo se vorranno fare ricorso anche contro la sentenza del Tar sul traliccio di Finmedia: speriamo proprio di no».

Dal Municipio le reazioni sono molto più blande, anzi, quasi positive. «In realtà la sentenza rappresenta una sconfitta solo parziale presentando grande novità e aprendo al Comune di Muggia la possibilità per vari scenari futuri: il Consiglio di Stato ha riconosciuto, infatti, la possibilità per il Comune di Muggia di procedere in sede di autotutela», recita una nota dal Municipio. «Per tale motivo - ha evidenziato l’Assessore all’Ambiente Fabio Longo - il Comune sta valutando la possibilità di revocare l’autorizzazione in argomento, appunto in autotutela, al fine di delocalizzare il traliccio in base alle risultanze dello studio acquisito dal professor Midrio dell’Università di Udine. Sono state inoltre chieste al ministero dello Sviluppo Economico - e sta per essere inoltrato un sollecito - le simulazioni di eventuali interferenze dei segnali nella Repubblica di Slovenia: ai sensi della norma regionale il Comune di Muggia infatti ha il compito, di acquisire la documentazione comprovante tutte le eventuali interferenze».

Dall’assessore Longo arriva anche conferma che il Comune ha intenzione di provvedere, con propria strumentazione, a verificare il campo elettromagnetico nei pressi dell’antenna visto il “Principio di Precauzione” di derivazione comunitaria, codificato in Italia dal decreto legislativo 152/06. Peraltro da giurisprudenza costante emerge la necessità del rispetto, per quanto riguarda il campo elettromagnetico, del limite di 0,6 V/m al fine di tutelare la salute dei cittadini.

«Il Comune, in conformità alle precedenti delibere di giunta e di consiglio comunale con le quali si individuavano le aree su cui de localizzare gli impianti, ha inoltre la ferma intenzione di rigettare qualunque nuova richiesta tesa ad installare sul traliccio di cui trattasi ulteriori emittenti», conclude il Municipio. Infine l’ufficio legale sta valutando un possibile ricorso alla Corte Europea nel quale potrebbe intervenire pure la Repubblica di Slovenia nel caso trovassero conferma eventuali interferenze oltre il confine di Stato.

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