Trasmissioni radio in Dab: a giorni attivo il nuovo canale

Il ceo della società coinvolta dal problema assicura: «Dobbiamo solo effettuare alcune operazioni tecniche per il trasferimento»
Arts and Entertainment
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TRIESTE. È un problema esclusivo dell’area del mare Adriatico quello che sta ostacolando, oramai da parecchi giorni, la ricezione di alcune delle principali radio italiane, da parte di chi utilizza nella propria vettura, mentre circola in città e nel circondario, il sistema Digital Audio Broadcasting, più noto con l’acronimo Dab. Si tratta di uno standard di radiodiffusione digitale, che permette la trasmissione sonora di programmi radiofonici con qualità paragonabile, nella sua ultima versione, a quella di un compact disc.

E il problema è rilevante in quanto, attraverso il Dab, dalle nostre parti si ascoltano Radio Capital, R101, Rds, Radio Deejay, Radio Maria, Radio m20, Radio radicale e Radio 24, in sostanza un gruppo di emittenti, oggi zittite a Trieste e dintorni, che copre un vastissimo bacino d’utenza, proprio per la diversità di stile e contenuti. A spiegare la gravità della situazione è Sergio Natucci, ceo di Dab Italia Scpa, la società consortile che si occupa della diffusione delle trasmissioni delle otto emittenti: «Con la nostra rete – spiega – garantiamo l’ascolto all’82 per cento degli utilizzatori di Dab, perciò è evidente che la situazione va affrontata».

A originare il problema è il fatto che la Slovenia, da qualche settimana, esercitando peraltro un diritto sancito da accordi internazionali, ha iniziato a trasmettere le proprie trasmissioni sul canale “12C”, definito in gergo 12 Charlie, che è quello usato in precedenza proprio dal consorzio Dab.

«Noi lo utilizzavamo a titolo sperimentale – precisa Natucci – perciò non abbiamo potuto fare altro che accettare la richiesta della Slovenia. Ma ci siamo dati subito da fare – annuncia – per risolvere la questione e, a giorni, avremo a disposizione il canale 7C. Dobbiamo solo effettuare alcune operazioni di natura tecnica per il trasferimento. Il fatto è – conclude – che, mentre sul Tirreno è stato facile per l’Italia accordarsi con Francia e Principato di Monaco, sull’Adriatico ci troviamo a dialogare con un notevole numero di Paesi, dalla Slovenia alla Grecia, diversi per normativa ed esigenze di trasmissione. Ma in prospettiva ci sarà un nuovo accordo internazionale, con le firme di tutti gli Stati coinvolti, che regolamenterà la situazione, garantendo la normale diffusione di tutte le emittenti». 


 

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