Tre migranti fuggiti dal Cpr di Gradisca

Prime falle ad un mese dall’avvio del centro di detenzione. Beffato il sistema di sicurezza. Sventato un tentato suicidio
Uno scorcio del corteo contro il Cpr di Gradisca d'Isonzo
Uno scorcio del corteo contro il Cpr di Gradisca d'Isonzo

GRADISCA D'ISONZO Tre fughe dal Cpr di Gradisca. E un tentativo di suicidio. A neanche un mese dall’avvio, il “supercarcere” per migranti allestito all’interno dell’ex caserma Polonio fa i conti con i primi episodi drammatici, E fa registrare con le prime, evidenti falle nel sistema.

A Gradisca gavettoni di vernice e slogan per dire no alla "galera etnica" del Cpr


La notizia della triplice fuga è stata confermata proprio nella giornata in cui, lungo la strada regionale 305, si è svolta la manifestazione contro il Centro Permanente per i Rimpatri per migranti irregolari della cittadina isontina (ne riferiamo in basso). L'episodio, riferito da fonti incrociate, risale ai primi giorni dell'anno ma è trapelato solamente in queste ore. Poco filtra sulle modalità utilizzate dai tre migranti per lasciare la struttura di massima sicurezza (si pensi solamente alle oltre 200 telecamere presenti): ma è certo che in due casi la fuga è andata a buon fine.

Un terzo ospite è sì riuscito ad “evadere” con successo dal Cpr, ma è stato poi rintracciato dalla Polizia loale. Non a Gradisca, però, bensì a Verona dov’era riuscito ad arrivare dopo la fuga. Va ricordato poi che tecnicamente la fuga dai Cpr non è considerata un’evasione tout court, ma un «allontanamento volontario» dal momento che le persone sono trattenute in regime di «detenzione amministrativa». Ragione per cui all’interno delle medesime strutture, per quanto blindatissime, non sono presenti operatori di polizia penitenziaria, ma solo operatori delle cooperative sociali (nel caso di Gradisca d'Isonzo, l’impresa padovana Edeco).

Verifiche interne sarebbero in corso per delineare i contorni dell’accaduto. Il triplice tentativo di fuga ha seguito di poche ore gli episodi di autolesionismo, già riportati dal Piccolo, registrati a ridosso degli ultimi giorni dell'anno. Come si ricorderà, alcuni reclusi del Cpr avevano ingoiato sapone liquido, accendini, palline da ping pong e persino una lametta (debitamente schermata dallo scotch per evitare guai peggiori all’apparato digerente) pur di ottenere il ricovero in ospedale e avere maggiori chance di fuga. In quel caso, però, tutti i tentativi di allontanamento erano stati sventati nel giro di qualche ora.

C’è stato però anche un altro episodio, ben più grave, registrato sempre negli ultimi giorni dell’anno ma reso noto solo ora.

Si tratta del tentativo di suicidio di un migrante giovanissimo - pare un 21enne tunisino - che avrebbe tentato l’estremo gesto utilizzando le lenzuola di carta ignifuga della propria camerata.

Il Cpr di Gradisca ospita attualmente 66 migranti irregolari (a regime saranno 150) provenienti anche dalle strutture di Bari e Torino, rese recentemente inagibili dalle sommosse dei reclusi. —


 

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