Tre negozi Coop ceduti ai supplementari

Uno a Monfalcone, un altro a Marsure (Pordenone) e soprattutto un terzo in via dell’Istria a San Giacomo, cioè l’unico dei punti vendita triestini ex Coop operaie (eccezion fatta per il più grande dei due di Altura, chiuso per la vecchiaia dei suoi impianti) rimasto senza padrone dopo l’asta d’inizio giugno. Tre sono i “gioiellini” delle Coop di casa nostra ceduti in queste ore ai “tempi supplementari” (e non saranno gli ultimi) per un realizzo di un ulteriore mezzo milione, destinato alla saccoccia del concordato preventivo. Arrivano altri soldi, dunque, dal piano di liquidazione che, con la benedizione del Tribunale, prevede la monetizzazione del patrimonio delle Coop operaie che furono. Con l’obiettivo dichiarato di restituire la più alta percentuale possibile ai soci prestatori (l’81% secondo il concordato stesso) e di pagare nel contempo il minor prezzo possibile in fatto di posti di lavoro.
Venerdì scorso, infatti, l’avvocato Maurizio Consoli, nella doppia investitura giudiziaria di amministratore e liquidatore straordinario, ha chiuso la seconda asta in agenda, decisamente “minore” per portata rispetto a quella epocale che un mese fa aveva fruttato 58 milioni e 755mila euro, per un 2,5% in più rispetto alle previsioni di partenza. Tre, come detto, i beni “trattati” nell’occasione, la cui alienazione - che sarà perfezionata con i relativi rogiti di compravendita nei prossimi giorni - vale mezzo milione abbondante, in linea in questo caso con le prospettive d’incasso. Il pezzo più pregiato, il supermercato di Monfalcone, è andato alle Coop Nordest, che aggiungono così un dodicesimo punto vendita alla collezione degli 11 negozi rilevati dalle Operaie nella prima asta.
L’offerta fatta dal colosso emiliano su Monfalcone (e accettata dal commissario Consoli) è di 440mila euro per proprietà immobiliare e ramo d’azienda, “muri” e negozio insieme, compresi i sette dipendenti che ci lavoravano, e che ci torneranno così tra qualche mese, quando il supermercato, ora chiuso per ristrutturazione, sarà riaperto. Torneranno invece molto presto a regime gli altri due market oggetto dell’asta di venerdì. Quello di Marsure è stato preso dalle Coop Casarsa (le stesse che a giugno avevano comperato il punto vendita di San Quirino) che con 65mila euro si sono assicurate proprietà, asset d’impresa e dipendenti: tre.
E tre sono anche i posti di lavoro “salvi” sulla carta nel negozio triestino di San Giacomo, passato a uno dei due ex dipendenti Coop operaie che si sono gettati nella sfida della cosiddetta “autoimprenditorialità” e che si sono già spartiti altri cinque mini-market a Trieste mettendosi in scia alle centrali di distribuzione di Nordest e Despar. Il costo della compravendita su via dell’Istria è di diecimila euro per il ramo d’azienda: la proprietà è di un soggetto terzo (l’Ater) che l’affttittava alle Operaie e ora l’affitterà al nuovo titolare. A questi diecimila euro andrà successivamente sommato il valore delle merci in giacenza, in fase di inventario. Lo stesso vale per Marsure e per molti dei punti vendita “trattati” a giugno.
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