Tre “totem” hanno salutato il San Giovanni In pensione Silvestri, Marini e Lutman

Grandi addii all’ospedale di Gorizia. In Rianimazione arriva il dottor Saltarini. Aas2 in difficoltà per reperire nuovi ortopedici
Bumbaca Gorizia 18_03_2018 Ospedale civile San Giovanni di Dio esterni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18_03_2018 Ospedale civile San Giovanni di Dio esterni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Non è solo il prossimo trasferimento a Trieste del primario del Pronto soccorso Paolo Cominotto a preoccupare l’utenza e il mondo politico. Nei mesi scorsi hanno lasciato alla spicciolata l’ospedale di Gorizia tre autentici totem del San Giovanni di Dio. Medici dalla grande competenza e dalle doti umane universalmente riconosciute che hanno raggiunto il meritato traguardo della pensione.

L’elenco degli “abbandoni” si apre con Luciano Silvestri, apprezzato primario del reparto di Rianimazione. «Un professionista competente e serio - lo definisce Antonio Poggiana, commissario e già direttore generale dell’Aas Bassa Friulana-Isontina -. Gli avevo chiesto di continuare a lavorare con noi ma, avendo raggiunto il traguardo della quiescenza, ha scelto di terminare la sua esperienza da primario per motivi personali e familiari che, naturalmente, vanno rispettati». Silvestri è stato relatore su invito a più di 120 congressi nazionali ed internazionali su argomenti di anestesia e terapia intensiva con particolare riguardo alla sepsi e alle infezioni in terapia intensiva. Ha sviluppato i temi della prevenzione delle infezioni in terapia intensiva mediante l’impiego della decontaminazione selettiva del tratto digerente (Sdd) con la pubblicazione di studi clinici e 4 meta-analisi. È autore di 200 pubblicazioni scientifiche, delle quali 60 su PubMed e di 6 libri. Per rimpiazzarlo è stato effettuato un concorso «e, dal primo gennaio scorso, gli è subentrato il dottor Massimiliano Saltarini», aggiunge Poggiana.

Nei mesi scorsi, ha concluso la sua lunga e proficua esperienza lavorativa anche il dottor Roberto Marini, riconosciuto come una colonna autentica del reparto di Cardiologia. Sfogliando pagine di storia recente, il professionista aveva partecipato nel 2016 al concorso per individuare il nuovo primario unico di Gorizia-Monfalcone ma si piazzò dietro la vincitrice Gerardina Lardieri. «Un altro medico stimato e di grande valore - annota il commissario - che verrà sostituito seguendo le procedure codificate». Esperto nella diagnosi delle patologie circolatorie, Marini è anche specialista in nefrologia e in molti lo apprezzano per la sua grande cordialità. Precedentemente è stato docente alla scuola di medicina interna dell’Università di Trieste, al college di Cardiologia Ppatica e al Centro studi dell’Ance (Associazione nazionale cardiologi extraospedalieri).

Il terzo pezzo da novanta ad essere andato in pensione è stato il dottor Marino Lutman, «colonna - spiega ancora Poggiana - della chirurgia protesica». Purtroppo, per la sua sostituzione, l’Azienda sanitaria si è dovuta scontrare con la carenza di ortopedici che è pressoché generalizzata. «Abbiamo effettuato concorsi per recuperare queste figure specialistiche in tutti gli ospedali. Com’è andata? Avevamo bisogno di otto medici e siamo riusciti ad assumerne uno soltanto. Ce ne sono pochissimi sul mercato, autentiche mosche bianche».

Considerata questa premessa, Lutman non è stato sostituito. Il problema, dicevamo, della carenza di specialisti, notoriamente incentrata nelle discipline di ortopedia, nonché anestesia, cardiologia e pediatria è generale. Una carenza alla quale neppure i concorsi banditi riescono a mettere argine. Proprio per l’ortopedia, torniamo a ripeterlo, recenti concorsi avevano bandito posti per 8 ortopedici, ma di questi si è riusciti ad assumere e assoldare solo uno. —



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