Tribunale beffato dal concorso

«Siamo rimasti in tre, tre somari e tre briganti, sulla strada longa longa di Girgenti». A osservare la situazione del Tribunale di Gorizia viene voglia di canticchiare questa canzone portata alla ribalta tanti anni fa da Domenico Modugno. Il concorso indetto dal Csm che ha messo a teorica disposizione del Tribunale di Gorizia tre posti si è concluso con una beffa annunciata. Di tre posti solo uno è stato coperto - il giudice arriverà da Bassano - ma non si tratterà di un rinforzo perché un’altra giudice goriziana, Barzasi, ha partecipato allo stesso concorso che metteva a disposizione anche un posto a Udine, uno a Trieste e uno a Pordenone. Barzasi andrà a Udine.
Il 31 maggio è stato l’ultimo giorno di lavoro di Concetta Bonasia. Congedo per maternità e auguri sinceri a una giudice molto scrupolosa e paziente. A fine luglio finisce il termine del distacco di Andrea Comez, anch’esso estremamente efficace. A metà giugno farà le valigie Ferretti. Allo stato, per il penale, sono in servizio solo Rozze e Frattolin, che sono giudici non togati e non possono celebrare determinati processi. La data fatidica è il 12 luglio. Entro quel termine la Corte d’Appello di Trieste dovrà distaccare un giudice al quale sarà affidato il compito di celebrare il processo amianto, terzo e quarto riuniti. Ma servirà ovviamente un altro rinforzo perché il processo amianto è complesso e per completarlo in un arco di tempo ragionevole bisogna occuparsi quasi solo di quello. Questo è il quadro generale. Ma grattando la vernice ecco prendere forma un altro disegno, che ha il perimetro di una domanda: perché avvocati, istituzioni, politici non usano l’unica leva a disposizione per sollevare sul serio il caso del Tribunale di Gorizia?
La risposta sta nella stessa domanda, perché la leva da usare è (sarebbe) l’amianto. Se si veicolasse il messaggio che nell’oscura e lontana Gorizia c’è un Tribunale che non può fare giustizia a fronte di centinaia di morti a causa dell’esposizione all’amianto il clamore mediatico sarebbe assicurato. E probabilmente anche gli auspicati rinforzi. Invece la leva dell’amianto nessuno la utilizzerà per almeno tre ragioni: significherebbe sancire una verità che qualsiasi semi seriale frequentatore delle aule del Tribunale di Gorizia già conosce in via empirica: almeno il 65 per cento dei processi riguarda casi del Monfalconese; Gorizia non può fare una battaglia utilizzando una “cosa” di Monfalcone; Monfalcone non può fare una battaglia perché l’amianto è “cosa” che, oltre a uccidere, imbarazza.
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