Trieste, a processo due impiegati statali per assenteismo

Rito abbreviato per i dipendenti della Ragioneria territoriale di via Teatro Romano che erano stati pedinati per mesi dai finanzieri: sono accusati di truffa aggravata
Lasorte Trieste 17/01/19 - Via del Teatro Romano, Palazzo Ministero del Lavoro, Ragioneria Provinciale
Lasorte Trieste 17/01/19 - Via del Teatro Romano, Palazzo Ministero del Lavoro, Ragioneria Provinciale

TRIESTE Vanno a processo i due dipendenti della Ragioneria territoriale dello Stato che la Procura di Trieste, nei mesi scorsi, aveva indagato per truffa aggravata.

Sono accusati di non aver timbrato i cartellini quando si allontanavano dall’ufficio per andare a spasso in centro. Assenteismo, in buona sostanza. Gli imputati sono la cinquantacinquenne Carmela Perrotta, di origini bellunesi, e il cinquantasettenne Peppino Muscas, nato a Vieste in provincia di Foggia ma residente a Trieste. Saranno giudicati con rito abbreviato.

I due, difesi dall’avvocato Paolo Codiglia e Monica Scarsini, all’epoca in cui è scoppiata l’inchiesta (maggio dell’anno scorso) erano in servizio negli uffici di via del Teatro Romano, che fanno capo al ministero dell’Economia.

L’indagine, di cui si è occupata la Guardia di finanza, è stata condotta dal pm Federico Frezza.

Le Fiamme gialle hanno pedinato per mesi i due dipendenti. Non mancano nemmeno i filmati: immagini che, stando a quanto emerso, documenterebbero con chiarezza la disinvoltura con cui la coppia di impiegati se ne andava dall’ufficio. Le segnalazioni sul loro comportamento probabilmente sono partite proprio dal palazzo.

Perrotta è stata monitorata per un anno intero: dall’aprile 2017 all’aprile 2018. La cinquantacinquenne, come accertato dagli investigatori, talvolta non timbrava il cartellino quando usciva per ragioni personali. Il 5 aprile del 2017, ad esempio, è risultata assente dalle 10.40 alle 11.35. Un finanziere l’ha seguita e ha visto la donna mentre entrava in un palazzo di piazza Venezia. Il giorno dopo la signora si è recata al bancomat e in farmacia per venti minuti. Un’altra volta, ancora, eccola in gelateria. Ma risultano anche assenze di quasi due ore, come avvenuto il 26 settembre. E senza timbratura. Non mancano poi passeggiate in centro a fare shopping durante l’orario di lavoro. Tendeva ad allungarsi le pause pranzo.

Il collega Muscas è stato invece controllato per circa quattro mesi a cavallo tra il 2017 e il 2018. Il 28 settembre l’uomo è stato sorpreso mentre si allontanava dall’ufficio con lo scooter per un quarto d’ora. Il 30 novembre se n’è andato dal lavoro sia dalle 12.56 alle 13.33, sia dalle 15.56 alle 16.33. Libere uscite, non autorizzate, e senza strisciare il badge. Altri tre quarti d’ora di “libera uscita” senza timbrare il cartellino sono contestati il 7 dicembre e un’ulteriore mezz’ora sia il 15 dicembre che il 13 febbraio.

«Sono a conoscenza dell’indagine, ma non è che sono andato al bar o a giocare a bocce», spiegava nei mesi scorsi l’indagato: «Ricordo che una volta sono uscito senza timbrare perché dovevo prendere la figlia e un’altra volta sono uscito per recarmi in farmacia». —


 

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